La salvaguardia dell’ambiente e delle ricchezze storico naturali in Italia è spesso in contrasto con un contesto incapace di capirlo e che invece lo maltratta a volte brutalmente.

Troppi i racconti della cronaca che mostrano città invase dalla spazzatura abbandonata e camion che sversano liquami nei boschi e nei mari. Esiste però anche un altro pezzo d’Italia, fatto di impegno e sensibilità, e che mette in campo energie e tempo senza ricevere niente indietro, se non un territorio risanato dalla presenza nociva dell’uomo.

È ciò che fa Italia Clean Up: rete di associazioni di volontariato sparse per la penisola. Una di queste associazioni, Viterbo Clean Up, ha scoperto una immensa discarica abusiva nei territori della Tuscia, nell’alto Lazio, e ha messo in piedi una straordinaria macchina del volontariato fatta di cittadini e aziende.

SESSANTA COPERTONI, LATRINE, oggetti ingombranti e rifiuti di ogni tipo. In tanti, per almeno quarant’anni, sono passati e hanno buttato: singoli cittadini, o aziende per risparmiare sullo smaltimento. In tanti passavano e sapevano. La discarica abusiva è stata scoperta nella cittadina di Vetralla, al confine con Viterbo, dai volontari ma in realtà non era un segreto per nessuno. E con un’operazione organizzata in quasi due mesi è stata in parte bonificata. Si trova tra le gole scavate nel tufo dagli etruschi, quasi a soffocare il torrente Rigomero, a pochi chilometri dalla Ss Cassia: un sito storico e naturalistico di grande bellezza, come ce ne sono tanti in Italia e come altri deturpato dall’uomo.

DA DECENNI LE MACCHINE E I CAMION andavano e venivano, si fermavano, per gettare i loro avanzi di lavori edili e molto altro nelle gole scavate nella roccia, le forre, perché è a 10 metri dalla strada provinciale Vetrallese, perché è isolata e si può accedere con i mezzi pesanti. Non è la prima scoperta di questo tipo nel viterbese: lo scorso anno gli stessi volontari hanno bonificato un’altra discarica da 30 copertoni di camion, rifiuti ingombranti e taniche di acqua santa di Lourdes, abbandonati sulla via Francigena, l’antica strada percorsa ancora oggi dai pellegrini diretti a Roma; nel 2006, ancora nella zona di Vetralla, è stata scoperta una discarica in una ex cava dove, dal 2002, veniva sversato materiale pericoloso. 140 mila tonnellate di rifiuti speciali provenienti in gran parte dal nord Italia in un’area di 5 ettari. Da quella scoperta è sorta un’indagine a livello nazionale.

Si sono date appuntamento nei primi di febbraio, di sabato mattina, 90 persone armati di pale, fuoristrada e argani, per un’operazione senza precedenti nel territorio viterbese. Dopo un mese e mezzo di sopralluoghi e preparativi i volontari hanno portato sul posto il comune di Vetralla, che ha competenza sul sito, l’azienda di rifiuti Ecologistica, le guardie Ecozoologiche di Viterbo e un grande numero di cittadini volenterosi. «Chiunque sia passato di qui in bici, come faccio io, sapeva di questo posto, si è sempre saputo – spiega Fabrizio Rocchi, presidente di Viterbo Clean Up, con oltre 300 interventi di pulizia all’attivo in tutta la provincia, tra boschi, fossi e spiagge – la bellezza di questo posto ci ha spinti a fare qualcosa di concreto. Nei prossimi anni ci batteremo perché sia trasformato in riserva naturale».

I BOSCHI, LE VALLI E LE GOLE SCAVATE nel tufo infatti si trovano al centro di un ampio territorio in cui la storia si è sedimentata lasciando tracce straordinarie: necropoli etrusche, strade e templi romani. Stradine strette tra muraglioni di tufo che gli antichi popoli avevano scavato a mano, o creati dall’erosione dell’acqua di fiumiciattoli e torrenti. Accanto ai cittadini e alle aziende incuranti di tanto valore vivono anche realtà che cercano di recuperare e preservare questi posti.

SONO MOLTE INFATTI LE ASSOCIAZIONI di volontariato nella provincia di Viterbo: protezione civile, assistenza sanitaria, comitati per le feste folcloristiche e gruppi di tutela e valorizzazione dei borghi e aree di rilievo storico naturale. Tra queste c’è anche Viterbo Clean up: «Facciamo parte di una rete nazionale e ci occupiamo di ripulire quello che alcuni cittadini meno sensibili deturpano con l’immondizia. Se i cittadini non si organizzano non si riuscirebbe ad uscirne facilmente vittoriosi perché le amministrazioni non riescono ad organizzare un’operazione con così tanto personale, mezzi e risorse, come fanno i cittadini. Non senza uno sforzo economico notevole e lunghi tempi burocratici».

Allo smaltimento dei rifiuti ci ha pensato il Comune di Vetralla, con l’aiuto della Tekneko di Avezzano. «È stata un’operazione molto complessa» conclude Fabrizio Rocchi. «Abbiamo dovuto scavare perché molti rifiuti erano interrati, poi c’è stato il problema di tirare su con argani e funi di acciaio tutto il carico. È stato liberato quasi tutto il torrente che si trova nel territorio di Vetralla ma c’è ancora tanta immondizia sepolta e il versante di Viterbo è tutto da bonificare».