Nei giorni scorsi la Russia ha protestato per la decisione del governo di Kiev, insieme a Paesi bassi, Australia e Belgio, di secretare e non divulgare i risultati dell’indagine sulle cause dell’abbattimento del volo della Malaysia airlines, caduto in Ucraina lo scorso 19 luglio. La scelta di classificare l’indagine naturalmente mette in evidenza tutte le difficoltà del caso.

Ad oggi nessuna delle parti in causa ha ammesso alcuna responsabilità, in un rimpallo di colpe, mai suffragato da alcuna prova concreta. Si sa per certo che il velivolo è stato abbattuto, ma non esistono certezze circa la dinamica dell’evento che ha portato alla morte di 298 persone a bordo, tra viaggiatori e personale.
«Purtroppo, ha detto il ministro degli esteri russo Lavrov, fin dall’inizio siamo stati testimoni di tentativi di nascondere le prove e di ostacolare l’attuazione della risoluzione adottata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La Russia è l’unico paese che ufficialmente ha presentato alla comunità internazionale i dati relativi all’incidente, dopo averli ricevuti dai nostri organi addetti al controllo dello spazio aereo».