François Hollande ha affermato ieri mattina che l’Airbus A320 di EgypAir, volo MS804, partito da Parigi alle ore 23 di mercoledi’, si è “inabissato” all’alba di ieri, circa 45 minuti prima di raggiungere il Cairo. Ma, per il momento, “nessuna ipotesi è privilegiata, nessuna scartata”. La Francia, in altri termini, ha affermato prima che ci sia stata una conferma da parte dell’Egitto, che l’aereo “perso” è caduto nel Mediterraneo. Inoltre, Hollande ha tra le righe della sua dichiarazione avvertito Il Cairo, che questa volta, a differenza di come era stata gestita la penultima tragedia – l’aereo Metrojet russo, esploso per un attentato il 31 ottobre 2015 – bisognerà essere trasparenti e non nascondere informazioni. Nell’autunno scorso, le autorità egiziane avevano negato a lungo la possibilità di un attentato.

Già ieri, le famiglie dei passeggeri (56, a cui vanno aggiunti 7 membri dell’equipaggio e 3 addetti alla sicurezza) hanno cominciato a protestare, perché non hanno ricevuto notizie. All’aeroporto di Roissy-Charles De Gaulle è stata aperta una “cellula di crisi”, i famigliari – una cinquantina di persone appartenenti a una decina di famiglie – sono stati ricevuti da psicologi. C’era anche Juliette Maédel, sottosegretaria all’Aiuto alle vittime, carica istituita nel febbraio 2016, una conseguenza degli attentati del Bataclan e allo Stade de France. Il ministro degli Esteri, Jean-Marc Ayrault, si è recato a Roissy in mattinata. Già di prima mattina c’è stata una telefonata con il suo omologo egiziano, Sameh Choukri. Ayrault ha espresso “la solidarietà della Francia all’Egitto per la terribile prova”. I due ministri, precisa il Quai d’Orsay, hanno “sottolineato la necessità di uno stretto coordinamento tra i due paesi sia nell’assistenza alle famiglie sia nella ricerca delle cause di questa scomparsa”. La Francia ha offerto il suo aiuto, anche con mezzi militari, per la ricerca dell’aereo. Alcune famiglie dei passeggeri, soprattutto quelle egiziane, sono partite ieri per Il Cairo.

Per il momento non ci sono certezze, ma molti interrogativi. Il guasto tecnico non è escluso, anche se l’aereo era abbastanza recente (del 2003). Airbus, il costruttore, ha aperto una “sala di crisi”. I servizi russi hanno parlato molto presto di attentato e l’Egitto ha finito per ammettere che questa ipotesi sarebbe più probabile di quella di un guasto tecnico.

La Francia si interroga sulla sicurezza a Roissy, l’aeroporto da dove è partito il volo MS804. Le due rapide virate che vengono evocate, prima dell’inabissamento dell’aereo, possono avvalorare l’ipotesi di un attentato, con una bomba a bordo. Ma dove sarebbe stata messa questa bomba? Degli esperti affermano che negli aeroporti è possibile, se ci sono connivenze. Dopo gli attentati di novembre, a Roissy ad un certo numero di dipendenti era stato tolto il badge per entrare nell’aeroporto, perché erano stati schedati come “radicalizzati”. A Parigi ieri sono stati pero’ soprattutto evocati i viaggi fatti dall’Airbus A320 mercoledi’: l’aereo era partito dall’Asmara per il Cairo, poi aveva effettuato un’andata e ritorno da Tunisi, prima di arrivare a Roissy e poi ripartire per la capitale egiziana. Una bomba programmata per esplodere più tardi ha potuto essere messa a bordo in uno di questi aeroporti? Qualche esperto ha anche evocato la possibilità di una lite in cabina di pilotaggio, che potrebbe spiegare le due rapide virate: un aereo dell’EgyptAir, in volo da New York al Cairo, si era difatti inabissato nell’Atlantico il 31 ottobre del ’99 facendo 217 morti e allora la causa era stata il suicidio del co-pilota, che aveva preso i comandi e aveva ripetuto a varie riprese: “mi rimetto a Dio”.

Tra le 66 persone che erano sul volo MS804, c’erano 30 egiziani, 15 francesi, 2 iracheni, un britannico, un belga, un portoghese, un algerino, un sudanese, un ciadiano e un kuwaitiano. Tra loro, c’era il direttore franco-egiziano della Procter&Gamble di Amiens, Ahmed Helal.