Economia

Volkswagen, i consumatori italiani pronti alla class action

Volkswagen, i consumatori italiani pronti alla class action

Le emissioni truccate Le associazioni sul piede di guerra contro la casa tedesca. I timori del sindacato e degli industriali per l'occupazione. E per il fisco si calcola un danno potenziale di 700 milioni di euro

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 26 settembre 2015

Anche in Italia gli effetti del caso Volkswagen continuano a farsi sentire: da un lato le associazioni dei consumatori annunciano cause e class action, dall’altro la procura di Torino conferma che le indagini vanno avanti, per appurare se nel nostro paese si siano violate delle norme, sia da parte del marchio tedesco che di altre case automobilistiche. E se il ministro dei Trasporti Graziano DElrio annuncia che il governo effettuerà dei controlli a campione, dal fronte dell’industria sia la Fiom che la Confindustria temono riflessi, soprattutto sui fornitori nostrani. Infine il fisco: le possibili mancate immatricolazioni quest’anno potrebbero portare 700 milioni in meno nelle casse dello Stato.

Altroconsumo ha diffidato formalmente il gruppo di Wolfsburg, con una lettera inviata alla sede italiana e alle altre europee. L’associazione chiede che vengano esaudite alcune richieste formali entro i prossimi 15 giorni: interrompere le manipolazioni e le immissioni nel mercato di auto non in regola, risarcire i consumatori danneggiati e assicurare una totale trasparenza futura. In caso contrario, procederà con una class action.

Causa collettiva che intenderebbero mettere in piedi anche Adusbef e Federconsumatori, ma – avvertono – servirebbe un efficace sostegno legislativo: «È indispensabile mettere all’ordine del giorno con la massima urgenza l’entrata in vigore della nuova class action già approvata dalla Camera. Uno strumento indispensabile per tutelare i cittadini coinvolti e per far ottenere loro i dovuti rimborsi».

Il Codacons si rivolge invece ai piccoli azionisti, e ipotizza per loro in particolare un’azione di tutela, mentre Adiconsum, dicendosi lieta «della decisione della Commissione europea di effettuare dall’1 gennaio 2016 i test sulle emissioni su strada», chiede che le Authority nazionali compiano «controlli a campione», e sollecita un incontro con Volkswagen Italia.

I Verdi annunciano esposti in ogni procura per «omicidio colposo»: «La truffa sui gas di scarico per noi Verdi rappresenta un vero e proprio attentato alla salute e per questo presenteremo esposti per omicidio colposo nei capoluoghi d’Italia – dice Angelo Bonelli – Perchè se è vero che i test sui livelli di emissioni sono stati truccati e che le auto commercializzate avevano emissione molto superiori a quanto dichiarato, siamo in presenza di un fatto che ha aggravato notevolmente il dramma dello smog e le patologie a esso connesse».

E se la Fiom si dice preoccupata per «gli effetti della vicenda sugli stabilimenti di componentistica auto italiani», e chiede per questo di formare «una consulta tra istituzioni, sindacati e imprese sull’automotive, sull’esempio dell’Inghilterra», dal fronte imprenditoriale ha parlato il presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi.

«Timori per una ripercussione sull’industria italiana della vicenda Volkswagen? Qualcuno sì…», dice Squinzi, che subito dopo aggiunge: «anche se qualche imprenditore dei miei mi ha rassicurato». «Le subforniture dall’Italia – ha ripreso il leader degli industriali – sono tantissime verso la Germania, e in particolare verso il gruppo Volkswagen. Ho paura che ci sia qualche conseguenza. Vediamo, perché secondo me poi alla fine ci andranno dentro tutti, Bmw, eccetera».

Infine ieri l’agenzia di stampa Adnkronos ha fatto il calcolo di quanto potrebbe perdere il fisco italiano nel caso di un calo di immatricolazioni pari al 30% negli ultimi mesi del 2015: il totale atteso per quest’anno sarebbe di 1,530 milioni di auto, ma dopo lo scandalo Vw il conto potrebbe fermarsi a 1,39 milioni. Ben 140 mila vetture vendute in meno: e se si stimavano 7,7 miliardi di entrate fiscali per tutto il 2015, il conto si fermerebbe invece a 7 miliardi, con la perdita, appunto, di 700 milioni di euro.

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