Uno spettro si aggira per l’Europa: secondo un’analisi di Greenpeace, quest’inverno potrebbero esser decollati più di 100mila «voli fantasma», cioè senza passeggeri, facendo danni al clima equivalenti alle emissioni annuali di più di 1,4 milioni di automobili. Nelle settimane scorse era stato il gruppo Lufthansa a stimare che opererà circa 18.000 voli fantasma questo inverno, e che lo farà per mantenere tutti i suoi slot di pista. In pratica, le compagnie aeree stanno operando voli vuoti o quasi vuoti al fine di non perdere il diritto di decollare e atterrare negli aeroporti, come richiesto da un regolamento Ue che risale al 1993.

In un documento pubblicato il 26 gennaio l’associazione ambientalista, a partire da un calcolo che muove dalla quota di mercato di Lufthansa in Europa, pari a circa il 17%, arriva a stimare che il numero totale di «voli fantasma» in Europa potrebbe essere leggermente superiore a 100mila. Questi aerei inutili causerebbero un danno al clima equivalente ad almeno 2,1 milioni di tonnellate di CO2.

Quanto accade è strettamente legato all’emergenza Covid-19, che per la prima volta dopo decenni ha frenato la crescita inarrestabile del trasporto aereo, che trainato dai biglietti lowcost è arrivato a pesare circa il 4% del totale delle emissioni climalteranti dell’Ue. Gli scali italiani, ad esempio, hanno chiuso il 2021 in crescita rispetto al 2020 (+52,4%) ma con una contrazione del 58,2% sul 2019, ultimo anno non interessato dalla pandemia.

Era stato il ceo di Lufthansa a squarciare il velo su un tema mai discusso dall’opinione pubblica: «Dovremo effettuare 18.000 voli extra, non necessari, solo per assicurarci i diritti di decollo e atterraggio» aveva spiegato a fine dicembre in un’intervista al Frankfurter Allgemeinen Sonntagszeitung. Le compagnie aeree sono tenute a eseguire almeno l’80% dei voli prenotati per assicurarsi gli slot aeroportuali secondo la legge dell’Ue. A causa della pandemia, la Commissione europea aveva temporaneamente ridotto questa soglia ad almeno il 50% dei voli, ma sarà nuovamente aumentata al 64% dei voli nel marzo 2022.

Herwig Schuster, portavoce della campagna European Mobility For All di Greenpeace ha utilizzato la presentazione del dossier sui «voli fantasma» per prendere posizione sul trasporto aereo, in generale: «Siamo in una crisi climatica e il settore dei trasporti ha la più rapida crescita di emissioni dell’UE, «voli fantasma» inutili e inquinanti sono solo la punta dell’iceberg. Sarebbe irresponsabile da parte dell’Europa non cogliere il frutto di questa situazione per metter fine ai «voli fantasma» e vietare i voli a corto raggio dove c’è un collegamento ferroviario ragionevole». In Italia, ad esempio, prima della pandemia il traffico tra Linate e Fiumicino era sceso, battuto dalla concorrenza dell’Alta velocità.

La Commissione europea ha risposto a Lufthansa con un intervento di Stefan De Keersmaecker, portavoce della Commissione per i trasporti. Secondo il funzionario, «i livelli di utilizzo degli slot sono stati gradualmente aumentati di nuovo quando i voli Ue hanno iniziato a recuperare. Per questa stagione invernale, le compagnie devono utilizzare solo il 50%. Questa decisione si basa sui dati e sulle previsioni di Eurocontrol (il traffico aereo era il 77% del traffico del 2019 per i primi 6 giorni del 2022)». De Keersmaecker ha comunque sottolineato che «le regole dell’Ue non obbligano le compagnie aeree a volare o a tenere in volo aerei vuoti. Decidere di operare rotte o meno è una decisione commerciale della compagnia aerea e non una conseguenza delle regole europee». È, insomma, il capitalista a non aver ancora capito che il mondo è cambiato, che può rinunciare ad occupare quegli slot, perché dobbiamo e dovremmo volare di meno, sempre di più.