Muove dal programma, votato per sessioni tematiche dagli iscritti al portale Rousseau secondo l’opzione «prendere o lasciare», la lunga campagna elettorale del Movimento 5 Stelle verso le elezioni politiche. E si comincia davanti alla Camera, a piazza Montecitorio, col punto qualificante, forse quello che più di altri ha colpito l’immaginario: l’autoriduzione degli stipendi di deputati e senatori.

C’è un palchetto con le insegne pentastellate e microfoni accesi, montato al di là delle transenne. Si affaccia dapprima Alessandro Di Battista, l’uomo con un piede fuori dal parlamento appare sollevato come non mai. Stringe mani, concede selfie, intrattiene i cronisti. Poi arrivano gli altri. Ma non c’è quasi nessuno ad ascoltare. Cose che possono capitare, in un freddo pomeriggio di dicembre. Allora Manlio Di Stefano, contro ogni evidenza, assicura a chi gli chiede «quando si comincia»: «È solo un volantinaggio, non era previsto alcun comizio». Ecco che i portavoce si sparpagliano nelle vie a ridosso del Palazzo, a distribuire un volantino nel quale si spiega che i parlamentari eletti sotto le insegne grilline guadagneranno «3 mila euro netti» (più le spese, che in questi anni hanno rappresentato la voce principale delle rendicontazioni di deputati e senatori). Non è poco, ha vinto la versione pragmatica visto che i grillini guadagnano più di quanto promettevano nella campagna elettorale di cinque anni fa.
Lui, il «candidato premier» Luigi Di Maio, arriva per ultimo. Ai giornalisti che gli fanno notare la piazza deserta, il leader M5S risponde che l’assenza di attivisti è dovuta al fatto che «abbiamo cambiato la destinazione»: in un primo momento l’evento doveva tenersi a piazza San Silvestro, a pochi isolati dalla Camera, davanti al palazzo che il palazzinaro Sergio Scarpellini affittava a caro prezzo all’indotto della burocrazia parlamentare. I passanti riconoscono i simboli, salutano, si comportano come probabilmente non farebbero con nessun altro politico.

Di Maio spiega: «Il nostro obiettivo adesso è stare tra le persone, per raccontare quello che vogliamo fare su uno dei primi punti del nostro programma: i tagli dei privilegi e degli sprechi. Da oggi iniziamo a far conoscere il nostro programma di governo in tutta Italia con eventi mirati che servono a diffondere i nostri progetti. Non ne parliamo al futuro, ne parliamo già al presente». In dieci giorni, spiegano, sono stati raccolti 150 mila euro con microdonazioni da 30 euro. La campagna è declinata in questo modo: «Come sarebbe col M5S al governo».

Il prossimo evento caldo dovrebbe essere quello del 15 dicembre ad Arezzo, dove si parlerà di banche. Il 12 gennaio sarà la volta dell’ambiente al Parco Del Vesuvio. La settimana successiva si parlerà di università, a Bologna.

Se il M5S avesse la maggioranza ridurrebbe gli stipendi per legge? «Non faremo un provvedimento ad hoc, non serve – risponde Di Maio – Bastano gli uffici di presidenza di Camera e Senato per cominciare a tagliare tutto quello che non serve alla politica. E tutto ciò non avviene per rancore, ma per senso di responsabilità». Ma davvero i 5 Stelle pensano di arrivare a conquistare la maggioranza, nonostante il Rosatellum? Lo schema, neanche tanto misterioso sarebbe questo: si punta al 35%. E se Pd e Forza Italia dovessero perdere voti a vantaggio di Liberi e Uguali e Lega, scatterebbe la politica dei due forni in versione pentastellata. Dunque il programma e la compagine di governo del camaleontico partito pigliatutto si adatterebbe in base all’alleato prescelto: Salvini o Grasso.

Complicatissimo il mosaico delle candidature. In pochi seguiranno la strada di Di Battista: la maggior parte dei parlamentari spera nella rielezione e si agita da settimane per capire come muoversi. Le parlamentarie on line saranno su base locale, ma i collegi uninominali non garantiscono un seggio. Se rimane il tetto dei quarant’anni per candidarsi alla Camera, in molti dovranno sperare in una collocazione al Senato. Davide Casaleggio è in Brasile a parlare del portale Rousseau, mentre domani Beppe Grillo dovrebbe essere a Roma, forse alla fiera della piccola e media editoria dell’Eur.