Mentre tutto intorno soffiano venti di guerra, come antidoto c’è chi si rifugia in una gioiosa «voglia di tenerezza». Mario Venuti – che nel precedente Il tramonto dell’Occidente aveva affrontato temi di carattere sociale con la complicità di Francesco Bianconi dei Baustelle – in questo suo nuovo lavoro si proclama «orgogliosamente pop». Insomma, un inno all’ottimismo da parte dell’ex Denovo che addirittura plana su arditi territori dance (Caduto dalle stelle, dove il ballo è «metafora del vivere»), involandosi su stilosi beat anni ’80 (Conservare in luogo fresco, un monito a dosare «gli ingredienti dell’amore»). Drum machine e beat computerizzati, ma Venuti ha cultura e gusto musicale così da evitare i facili cliché del genere e in Motore di vita – favola metropolitana del ragazzo che si trasforma all’occorrenza in supereroe – infila anche argute connotazioni di stampo autobiografico.