A mezzanotte di ieri l’agenzia Interfax batte la notizia che a sorpresa il candidato del Partito Comunista Andrey Ishenko ha sconfitto il governatore in carica di Russia Unita, Andrey Tarasenko. Lo scrutinio è ancora in corso, siamo al 96% del totale, ma gli oltre 5 punti che separano i due rendono impossibile la rimonta. Ore 2.30 del mattino: la Commissione elettorale fornisce i dati definitivi. Il governatore al fotofinish sorpassa Ishenko e vince per lo 0,5%. Una magia elettorale che sfida le più semplici regole della matematica.

SIAMO A VLADIVOSTOK capitale economica dell’estremo oriente siberiano e si elegge il governatore della regione. Solo una settimana fa anche qui, come un po’ in tutta la Russia, i cittadini avevano mostrato nelle urne la loro disaffezione verso Putin e il suo partito pigliatutto Russia Unita dopo la decisione di innalzare di 5 anni l’età pensionabile.

A Tarasenko, a dir il vero, le cose non erano andate proprio così male: al primo turno aveva raggranellato il 46,6%, il 20% in più del candidato comunista. Ma la mancata rielezione al primo turno ha fatto suonare il campanello d’allarme e il suo apparato si è messo in moto. La campagna elettorale per il ballottaggio, per decreto, viene accorciata di 7 giorni. Tarasenko, 5 milioni di redditi annui dichiarati, da sempre boss di Russia Unita nella zona, aggiunge poi ancora qualche promessa al suo già faraonico programma di prebende.

E l’11 settembre Putin in visita alla città per il Forum Economico Orientale tra un incontro con Xi Jinping e Shinzo Abe trova il modo di incontrarlo e garantirgli l’endorsment: «Andrà tutto bene» gli sussurra. Ma al giorno d’oggi il sostegno del presidente non porta voti. In città è passaparola per il voto a Ishenko. Persino gli elettori liberal e quelli della destra di Zirinovsky, non vedono l’ora di liberarsi di quella che viene definita come una vera e propria «mafia» e per farlo sono disposti a votare un comunista.

Dai primi spogli le cose sembrano mettersi bene per il candidato dell’opposizione. Al 50% dello scrutinio il suo vantaggio è di oltre 10 punti. Ishenko denuncia comunque brogli: il governatore ha comprato migliaia di voti e in almeno 4 città ci sono pesanti irregolarità. Quindi il rush finale. La forbice tra i due si stringe ma il vantaggio del comunista resta ampio; quando manca solo l’1% dei voti da scrutinare è ancora in vantaggio del 3%. Poi il capovolgimento.

COSA SIA SUCCESSO lo spiega lo stesso Ishenko che chiama alla mobilitazione la cittadinanza «contro il furto elettorale» e inizia uno sciopero della fame assieme ad altri suoi compagni. «Sin dal pomeriggio gli uomini del governatorato hanno spinto fuori con la forza dai seggi i nostri rappresentanti che controllavano lo scrutinio. Poi a urne chiuse hanno trasformato migliaia di schede dichiarate nulle, in voti per Tarasenko. Ma brogli e voti multipli si sono verificati durante tutta la giornata». All’appello a protestare presso la sede del governatorato ieri sera si sono presentati in migliaia. Non solo i comunisti con le loro bandiere rosse, ma anche tanti giovani. «Un happening spontaneo che non si era mai visto da queste parti», afferma un giovane blogger intervistato da Vedomosti.Anche il vincitore ha voluto fornire la sua versione dell’accaduto. In una conferenza stampa Tarasenko ha affermato che lo scrutinio fino a un certo punto era andato male per lui perché «i rappresentanti di lista comunista ostacolavano il normale conteggio dei voti».

SECONDO IL GOVERNATORE i comunisti «non permettevano alle commissioni di lavorare normalmente. Solo quando questi si sono stancati, la commissione ha potuto funzionare: molti voti giudicati non validi, invece lo erano».Ora lo scontro si sposta nei tribunali. «Ma se la mobilitazione non continuerà l’avranno ancora vinta» sostiene Ishenko con rassegnazione a fine giornata