«Vuole che alla mia età ci sia qualcosa che ancora mi preoccupi?». Silvio Berlusconi si è mostrato sicuro ieri quando ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se fosse preoccupato della scalata di Vivendi a Mediaset. «Molti nostri soci vogliono difendere il principio di italianità del primo gruppo di comunicazioni italiano: per questo motivo sono abbastanza sereno» ha detto l’ex premier. «Non arretriamo di un passo. Siamo qui e qui rimaniamo» sostiene Pier Silvio Berlusconi, ad di Mediaset.
Ieri Vivendi, l’azienda di Vincent Bolloré, possedeva il 25,75% del capitale di Mediaset e il 26,77% dei diritti di voto. Questo l’annuncio dopo una giornata che ha registrato un boom di scambi in borsa sul titolo Mediaset in Borsa. Sono state trattate 121,2 milioni di azioni ed è passato di mano il 10% del capitale del gruppo. Il titolo è salito del 23,3% e si porta a 4,44 euro. Dopo le sospensioni per eccesso di rialzo, il titolo ha avviato gli scambi con un aumento del 14% poi salito al 22% nel corso della seduta. In continua crescita gli scambi, per circa 68 milioni di pezzi, pari al 5,67% del capitale. Questo è stato il risultato dell’annuncio da parte di Vivendi sull’aumento dell’investimento in Mediaset che l’ha portata ad acquistare azioni fino al limite del 30% del capitale. Fininvest ha risposto presentando un esposto alla Consob per manipolazione del mercato e abuso di informazioni privilegiate contro i francesi. Il 13 dicembre la società di Berlusconi aveva già denunciato l’operato degli scalatori francesi alla Procura di Milano scorso.

La denuncia è stata inviata per conoscenza anche alla Consob alla quale è stato chiesto di esercitare i suoi poteri. Il Cda Mediaset sostiene che Vivendi abbia superato la soglia che stabilisce il collegamento tra società quotate: «Si configura un rischio di paralisi delle attività di sviluppo industriale». A proposito dell’acquisto di Premium, Mediaset denuncia un «evidente disegno unitario elaborato nel tempo» dai francesi, e di una «fuorviante rappresentazione» da Vivendi sull’acquisto di quote in Mediaset. La società di Berlusconi sostiene che in quel contratto si vietava a Vivendi di salire oltre il 5% di Mediaset, quota che doveva essere raggiunta in tre anni. Il piano di Vivendi di «sviluppare le proprie attività in Europa Meridionale» è reputato «ignoto a Mediaset e al mercato».
Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro degli Esteri Angelino Alfano, già sodale di Berlusconi in politica. Ieri a Parigi ha incontrato l’omologo francese Jean-Marc Ayrault a cui ha espresso «la forte preoccupazione del governo italiano. Abbiamo grande rispetto delle regole del mercato e pretendiamo altrettanto rispetto dalle regole del mercato».