Mentre il 2022 si annuncia, inevitabile proiettare in avanti i desideri. Operazione non facile, considerato che mai come in questi ultimi anni si discute con insistenza della fine di ogni cosa: dal cinema in sala alla musica (dal vivo e su supporti fisici). L’home video fa eccezione, almeno in Italia. Visto che da noi è considerato già morto (ad eccezione della della Koch e della linea Midnight Factory). Ma è davvero così? Ovviamente si parla comunque di una nicchia di mercato (cos’altro è il cosiddetto vinile in fondo?) eppure, altrove, questa «nicchia» è viva e vegeta. Non solo. Bisogna allungare lo sguardo oltre le frontiere nazionali per riscoprire e ritrovare i nostri film del passato, soprattutto quelli di genere. Per cui scorrendo i listini che annunciano le novità di etichette come le britanniche Arrow, Eureka, 88 Films, la francese Le chat qui fume, le statunitensi Severin, Vinegar Syndrome, Cult Epics, Kino Lorber senza contare numerose label tedesche, ci si ritrova di fronte a un numero incredibile di titoli restaurati, mai pubblicati o dimenticati. Ci sarebbe inoltre da riflettere sul fatto che è grazie all’interesse dei cinefili che continuano a comprare dvd e blu ray che il nostro cinema di genere (e non solo) continua a essere riscoperto e amato. Per cui le cose che mi aspetto maggiormente dal 2022 sono i «nuovi» film di Bruno Mattei, Joe D’Amato, Ruggero Deodato, Alberto De Martino e via elencando.

Volendo allargare il campo al cinema non italiano, sono numerosi gli autori e i titoli che dovrebbero incuriosire il cinefilo avventuroso (da Max Pecas a Jurai Herz e Harold Becker, per dire). Per cui dal 2022 attendo con ansia (budget permettendo) di (ri)scoprire e (ri)vedere, a volte per la prima volta, una gentile valanga di titoli rimessi a nuovo, pieni di extra. Senza contare che è in arrivo in regione 2 (ossia accessibile per tutti i lettori europei), Il sole splende alto di John Ford (Eureka) sotto la supervisione di Joseph McBride. L’home video non è morto. Viva l’home video!