La sala di rappresentanza del comune a Casapound (Cpi) per parlare di immigrazione. È quello che accadrà oggi a Viterbo, dove l’amministrazione ha concesso all’organizzazione che si autodefinisce di «fascisti del terzo millennio» la prestigiosa sala Regia del Palazzo dei Priori. Il comizio si intitola «I numeri dello Sprar, come e quanto rende il business dell’immigrazione», alludendo alla solita retorica contro gli enti gestori delle strutture di accoglienza. Non che queste abbiano tutte un profilo immacolato, anzi.

È comunque degno di nota che l’obiettivo polemico di Cpi sia proprio lo Sprar, cioè quel modello che è considerato la parte migliore del sistema italiano perché prevede accoglienza diffusa, corsi di lingua, percorsi di integrazione sociale e inserimento lavorativo. Servizi assenti nelle strutture emergenziali come i Cas, soprattutto dopo i tagli delle leggi Salvini. Servizi che hanno un costo ma sono anche vettori di economie per le comunità locali e di creazione di nuovi posti di lavoro.

Lo racconta il presidente di Arci Viterbo e Arci Lazio Marco Trulli: «Nella zona gestiamo diversi progetti Sprar che danno accoglienza a 103 persone in cinque comuni della provincia e a 43 persone a Viterbo. I migranti non vivono nei mega centri, ma in case che permettono loro percorsi di autonomia. Questi progetti danno lavoro a 25 operatori e creano un indotto diffuso in termini di affitti, servizi, borse lavoro presso le aziende locali. L’accusa di fare dell’accoglienza un business dipende dal fatto che quei lavoratori hanno uno stipendio e non sono volontari».

«La realtà è che dietro a questi attacchi pretestuosi e al riferimento a una comunità nazionale concepita in senso etnico, l’organizzazione neofascista afferma una visione del mondo radicalmente razzista, opposta a qualsiasi riconoscimento dei diritti sociali e umani», ha scritto in un comunicato Arci Viterbo, che insieme ad altre realtà politiche e sociali del territorio ha chiesto all’amministrazione comunale di revocare la concessione della sala.

«Sono il sindaco di tutti, da Casapound all’Arci» ha risposto Giovanni Arena (Forza Italia), primo cittadino dal giugno 2018 a guida di una coalizione di centrodestra. Un’equazione pretestuosa, soprattutto se si guarda agli episodi che hanno portato agli onori delle cronache nazionali militanti ed ex militanti dell’organizzazione. Ultimo in ordine di tempo lo stupro di una donna di 36 anni nel pub «Old Manner’s», sede cittadina di Cpi. Per quella violenza sono stati condannati meno di un mese fa Riccardo Licci (21 anni) e Francesco Chiricozzi (19 anni). Il processo si è svolto con rito abbreviato e la sentenza è stata rispettivamente di due anni e 10 mesi per il primo e 3 anni per il secondo. Meno di quanto aveva chiesto il pubblico ministero. «È andata bene» ha commentato Chiricozzi, che all’epoca dei fatti era consigliere comunale di Cpi a Vallerano.

Il paese della provincia di Viterbo si trova a meno di 3 chilometri da Vignanello, dove nella notte del 12 febbraio 2017 un gruppo di militanti di Casapound pestò con pugni e cinghiate Paolo E., «colpevole» di aver condiviso su Facebook un’immagine con la scritta: «Chi mette il parmigiano sulla pasta col tonno non merita rispetto». Il post ironizzava su uno slogan anti-immigrati che Cpi aveva affisso in diverse città italiane. Anche in quel caso i camerati ricorsero al rito abbreviato e a ottobre dello stesso anno il Tribunale di Viterbo condannò a 2 anni e 8 mesi Michele Santini e Jacopo Polidori, allora presidente della sezione locale di Casapound e oggi consigliere comunale di Vallerano. Polidori è uno dei tre che interverranno oggi nella sala Regia.

A moderare l’iniziativa ci dovrebbe essere Ervin Di Maulo. Il neofascista è stato uno dei protagonisti dell’assalto con spranghe e bastoni ai tifosi della squadra di calcio popolare Ardita San Paolo, avvenuto sul campo del Magliano Sabino il 16 novembre 2014. Ad agosto 2017 la Cassazione ha confermato per lui una condanna a 4 anni.