Una mozione per dare soddisfazione al Movimento 5 Stelle e provare a cambiare in via politica quello che l’organo di giurisdizione interna del senato ha già deciso. E cioè che non si può privare del vitalizio un pregiudicato, si chiami anche Roberto Formigoni e sia stato condannato per reati gravi contro la pubblica amministrazione. Così come non si può togliere la pensione a un cittadino solo perché è stato riconosciuto colpevole, a meno che non sia evaso o latitante. Il Consiglio di garanzia, l’organo di appello interno del senato, lo scorso 18 maggio aveva definitivamente bocciato la delibera con cui il Consiglio di presidenza della precedente legislatura, presidente Pietro Grasso, aveva introdotto la regola della revoca del vitalizio a quei senatori che ne hanno diritto e che però si sono macchiati di reati gravi. Da allora i 5 Stelle, e tra loro si è distinta la vice presidente del senato, Taverna, hanno incalzato il resto della maggioranza per cercare un modo di rovesciare quella decisione. E hanno infine ottenuto le firme di Pd e Leu a una mozione d’aula, che sarà discussa stamattina, ma non quelle di Italia viva, Lega e Forza Italia che hanno sottoscritto una mozione diversa sull’argomento.

La mozione dell’ex maggioranza giallo-rossa (senza Renzi) impegna il senato «ad adottare tutte le opportune determinazioni, nelle sedi proprie e competenti, tenendo conto dei principi propri della normativa vigente in materia di incandidabilità, volte a disciplinare i casi di revoca del vitalizio dei senatori cessati dal mandato che siano stati condannati in via definitiva dei delitti di particolare gravita». Non essendo previsto un ulteriore grado di giudizio rispetto a quello del Consiglio di garanzia (che ha confermato peraltro quello di primo grado della Commissione contenziosa) la richiesta sembra essere che ci pensi il Consiglio di presidenza a riaffermare la validità della delibera Grasso. In quell’organismo però Pd, M5S e Leu sono in minoranza ed è difficile che la loro richiesta – che richiama la legge Severino, quella che ha introdotto la disciplina delle incompatibilità (e ha provocato la decadenza di Berlusconi dal senato) – possa passare. Non è impossibile invece che sempre il Consiglio di garanzia e proprio oggi decida, dopo lunga attesa, sul taglio retroattivo dei vitalizi. Un’altra bandiera grillina che non ha retto alla prova dell’organo di giurisdizione interna di primo grado