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Vitalizi, la camera studia il taglio retroattivo

Vitalizi, la camera studia il taglio retroattivoIl presidente della camera Roberto Fico

L'ufficio di presidenza di Montecitorio Si "avvia un'istruttoria", mentre Di Maio già festeggia il fatto compiuto. Ma la prima decisione del presidente Fico è la concessione della deroga a Liberi e Uguali per poter formare un gruppo. Decisione fondata, ma che non va in direzione dei risparmi tanto invocati

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 10 aprile 2018

Sì alla deroga per Liberi e Uguali, che così potrà costituire un gruppo autonomo alla camera, e contemporaneo avvio di un’istruttoria sui vitalizi degli ex parlamentari, con l’obiettivo di «superare l’attuale sistema». Sono le prime decisioni dell’ufficio di presidenza della camera, organismo dove al momento il centrodestra ha la metà esatta dei voti (otto su sedici, il presidente Fico per prassi non vota). Ma Forza Italia e la Lega (anche) qui si muovono in maniera indipendente; la Lega ha abbracciato in pieno la battaglia «anticasta» mentre Fi è la più contraria a un intervento retroattivo sul vitalizi. Tant’è vero che al senato dove presiede Alberti Casellati l’argomento non è stato toccato, così ridimensionando la fuga in avanti della camera.

LeU pur avendo solo 14 deputati (e non 20 come da regolamento) potrà costituire un gruppo; ha già un capogruppo, Federico Fornaro che in questi primi giorni ha guidato il misto, e un segretario d’aula, Luca Pastorino. Adesso il gruppo misto avrà bisogno di un altro capogruppo (probabilmente il deputato della Svp Schullian) e indicherà un altro segretario d’aula, il decimo. La prima decisione pratica dell’ufficio guidato da Fico, dunque, non ha esattamente il segno del risparmio, per quanto sia ineccepibile visto che i deputati di Leu rappresentano una lista che si è presentata come tale alle elezioni. Un nuovo gruppo significa nuove spese per la camera per la composizione degli uffici, anche se i contributi sono parametrati al numero dei componenti del gruppo (il misto avrà quindi una riduzione). Il gruppo di Sinistra italiana (con tre deputati in più di LeU oggi) nel 2016 ha ricevuto un milione e mezzo di contributo. Forse anche per questo Fico e il questore «anziano» (più votato) Fraccaro hanno messo l’accento sul percorso che secondo i 5 Stelle dovrebbe portare al ricalcolo dei vitalizi. Si tratta per il momento dell’avvio di un’istruttoria che tra 15 giorni dovrà definire una proposta di delibera (accantonata la strada più lunga del disegno di legge). Siamo lontani dal fatto compiuto già festeggiato da Di Maio: «Quanto fatto oggi è l’antipasto di quello che faremo». Mentre l’associazione degli ex parlamentari (che sono 2.600) chiede a Fico di essere ricevuta e propone la strada, già sperimentata, del contributo di solidarietà a carico degli assegni più alti.

Fico ha intanto chiarito che l’intervento si rivolgerà solo agli ex parlamentari che – dopo la riforma del 2012 – ancora beneficiano di vitalizi in tutto o in parte calcolati con il metodo retributivo. Ha sostenuto che il passaggio integrale al contributivo è quello «che sta avvenendo da oltre due decenni per tutti i cittadini». Ma nessuno è stato colpito in modo retroattivo, né dalla riforma Fornero né da quella Dini. «Così i parlamentari rischiano di fare da esempio sì, ma di una nuova macelleria sociale», ha detto il presidente degli ex, Falomi. La delibera che Fraccaro e gli altri due questori (Fi e Fd’I) dovranno studiare dovrà evitare di ridurre sotto una soglia minima gli assegni non troppo alti – alcuni sono sui 1.500 euro al mese – come pure di ottenere l’effetto opposto per chi ha versato molti anni di contributi. In altre parole l’applicazione retroattiva del contributivo dovrà avere margini di discrezionalità. Il che potrebbe essere un ulteriore problema quando la Corte costituzionale se ne occuperà.

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