Il distanziamento non aiuta gli audaci, soprattutto non aiuta gli amanti della seduzione, quella fatta di sguardi, ammiccamenti, sorrisi malandrini. Come si fa a trovare seducente una persona con la faccia mezza coperta da un pezzo di stoffa pensato per la protezione in una sala chirurgica? Come si potrà tenere a bada il dubbio latente che nostro malgrado sorgerà a un nuovo incontro? Lui/lei saranno contagiosi? E che faremo quando verrà l’irresistibile impulso di chiedere un appuntamento? Accompagneremo la domanda con uno «Scusa, potresti prima farmi vedere il risultato del tampone o del test sierologico?». Oppure chiederemo sfacciatamente «Sei negativo?» appena ci accorgiamo che l’altro sta per baciarci? E come si trasformeranno i classici inviti a una cena o a un aperitivo per chi non è già congiunto, fidanzato o sposato, quindi per tutta quella mole di persone che cercano una nuova relazione, una nascente avventura, un incontro? C’è poco da illudersi, la nascita di novelli amori conoscerà tempi duri nei mesi a venire perché tutto l’apparato di diffidenza e protezione che ci consigliano e raccomandano sono il perfetto Ammazza Desiderio Nascente.

QUESTA PANDEMIA segnerà soprattutto l’educazione sentimentale degli adolescenti, quell’età dove la scoperta dell’altro e dei propri desideri mette alla prova le audacie, le timidezze, la capacità dell’approccio, i subbugli del corpo, gli tsunami dei colpi di fulmine. Che faranno i ragazzi che ancora non si conoscono, e vorrebbero farlo, se non potranno avvicinarsi mentre passeggiano sulla spiaggia o su un lungo mare, mangiano un gelato al bar, si incrociano al parco? Poiché quella è l’età in cui ci si sente invincibili e immortali, potrebbero fregarsene delle regole buttandole alle ortiche e quindi strafugnarsi fra appena conosciuti senza tanti pensieri. Tornati a casa, di fronte allo sguardo indagatore di una madre che, come tutte le madri di adolescenti nulla sanno di quello che davvero fanno in loro assenza, i portatori di tempeste ormonali potrebbero inventare gigantesche bugie giurando e spergiurando che loro no, non hanno toccato nessuno e quindi non stanno portando in casa nessun virus. Li capisco, mica si può raccontare in famiglia chi davvero hai visto, incontrato e quello che ci hai eventualmente combinato. Quindi?
Quindi potrebbero prodursi due tipi di reazione. Quella dei troppo protetti e obbedienti che continuano a restare chiusi in casa perché si sentono molto bene nel nuovo cocon familiare che permette loro di regredire a uno stadio infantile. E quella dei ribelli disobbedienti che vanno dove va la vita e tanti saluti alla prudenza.

SPERO solo che i genitori ansiosi di controllo non si inventino nuovi gruppi su whataapp per vigilare sui figli a distanza, tipo uno che si fa carico di seguirli e osservarli da dietro una siepe. Crescere una prole significa prendersi dei rischi, è una cosa che una madre sente nel profondo appena partorisce. Tu sei tu e lei/lui sono una persona a se stante, non un’appendice. Lì sai anche che dovrai abituarti a convivere con timori e paure.
Comunque, per trovare nuovi innamorati ci si dovrà armare di fantasia e intuito facendo a meno di uno dei più potenti aggregatori di incontri, il ballo. Bei tempi quando ci si poteva scatenare uno accanto all’altro fregandosene dei fiati e del sudaticcio che inevitabilmente si propagano in una pista anche all’aperto. Bella epoca quella in cui un lui si avvicinò a una lei chiedendole: «Signorina, vuole ballare?». E lei, sincera e ruspante come la balera in cui si trovavano, rispose: «Mo certo veh. Son qui aposta».

mariangela.mianiti@gmail.com