Su un punto sono tutti d’accordo, e anzi ci tengono a sottolinearlo più volte con cura: MioCinema (www.miocinema.it), la nuova piattaforma italiana presentata ieri non sarà mai antagonista alle sale, anzi il suo obiettivo è diventarne un complemento. «Una integrazione» l’ha definita Andrea Occhipinti di Lucky Red, tra i promotori insieme a Circuito Cinema e Mymovies che ne è il partner tecnologico, quasi a rasserenare chi potrebbe invece interpretarla come l’ennesima spallata alla sala cinematografica la cui esistenza sembra messa in discussione – allo stesso modo che altri luoghi di spettacolo – da questa pandemia. E la prova è, appunto, l’unione tra esercenti e distributori su cui si basa l’iniziativa tanto che al pubblico di MioCinema verranno poi offerte delle promozioni per le sale una volta riaperte.

LO SCOPO, spiegano Occhipinti e Antonio Medici di Bim e alla presidenza di Circuito Cinema, è che in attesa delle riaperture il pubblico amante del cinema di qualità ritrovi un’offerta. «MioCinema vuole essere il luogo privilegiato per i titoli d’autore che non hanno spazio sulle piattaforme più tradizionali, quelli che normalmente si vedono nelle sale del Circuito – dice ancora Occhipinti – Intendiamo dare un supporto al cinema nel suo territorio adesso che le sale sono chiuse e frustrate nel rapporto col pubblico ma l’estensione digitale avrà senso anche dopo, perché continuerà a fare parte della nostra vita. Ci sono modelli analoghi in Europa, ad esempio in Spagna».

La piattaforma, che sarà inaugurata, il prossimo 18 maggio da Les Miserables di Ladj Ly (Lucky Red) premio della giuria allo scorso Festival di Cannes non è però riservata alle sole sale del Circuito, finora hanno aderito 75 sale in tutta Italia – «Abbiamo un problema con le Marche in via di risoluzione» – ma l’obiettivo è quello di arrivare a un centinaio con un bacino di utenza potenziale di 7 milioni di spettatori, il numero che avevano registrato quelle stesse sale lo scorso anno. Tra i contenuti la piattaforma proporrà anche masterclass, incontri con gli autori, retrospettive legate ai titoli nuovi in uscita – per fare un esempio: insieme a Les Miserables verranno programmate alcune Palme d’oro dei passati festival di Cannes.
Costo del biglietto 7 euro per le premium Vod e 3,90 e 2,90 per i titoli del catalogo. I distributori che hanno aderito, oltre a Bim e Lucky Red, sono Teodora, Vision, 01, Officine Ubu… «Non ci saranno sale commerciali dentro a questa piattaforma proprio perché è legata alle nostre sale» ha precisato Occhipinti.

MA  COME funziona MioCinema? Lo spettatore potrà scegliere il film che vuole vedere associando il proprio nome a quello della «sua» sala in città, l’esercente che avrà il 40% di quota farà promozione sul proprio database. Ogni titolo rimarrà disponibile 30 giorni e 48 ore dopo il primo play, chi non ha una sala a disposizione accederà direttamente alla piattaforma – in quel caso le entrate non andranno a nessun cinema. Nelle prossime settimane arriveranno su MioCinema Dopo il matrimonio di Bart Freundlich con Julianne Moore e Michelle Williams, Il meglio deve ancora venire con Fabrice Luchini e Matthias e Maxime di Xavier Dolan più qualche film italiano da definire che potranno poi avere una programmazione anche nelle arene estive.

TUTTO bene dunque? Non esattamente. Diciamo che cambierebbe molto se da parte del governo ci fosse stata una qualche comunicazione riguardo alle sale cinematografiche: quando riaprirle, e soprattutto come? Ma in nessun Dpcm né altrove se ne fa menzione se non per dire che saranno le ultime equiparate alle discoteche o ai pub. Il sospetto che il sedere di chi vuole continuare a vedere film debba rimanere incollato al divano a lungo (a scapito di cuore e cervello e anche silhouette) diventa lecito senza dimenticare che la sala non è solo «guardare un film» ma è uno spazio pubblico e collettivo – se pensiamo ai festival, è questo il loro primo valore – il cui restringimento messo in atto dal virus, o meglio dal panico del contagio è qualcosa su cui lavorare prima che diventi irreversibile.

Non solo. Se per i film che alla riapertura usciranno in sala la finestra rimane quella dei 105 giorni, per la piattaforma potrebbe essere l’unico approdo – «Magari dopo un’anteprima, abbiamo visto che in molti casi non ha senso un’uscita di due giorni» – ha detto Occhipinti. «La sala è fondamentale per valorizzare gli altri sfruttamenti, adesso che sono chiuse ci rendiamo conto di quanto influiscano sulla notorietà dei film. Mentre sulle window per il cinema commerciale saranno le major e i multiplex a decidere, per i film più piccoli, che faranno programmazioni alternate, ogni Paese troverà una sua modalità, come in parte già accaduto con il decreto Bonisoli che prevedeva un’uscita in sala per tre giorni rivolta al cinema italiano, di certo ci sarà un accordo tra le categorie». Il che nel caso dei film italiani ci suggerisce implicitamente che la modifica di accesso ai finanziamenti di legge senza uscita in sala, decisa all’inizio del blocco rimarrà in vigore anche dopo?
Non siamo i soli, certo, basti pensare che in Francia, dove al più importante festival del mondo, Cannes, Netflix non era ammessa in competizione, Pinocchio di Matteo Garrone uscirà direttamente su Amazon Prime- perché in autunno come ha spiegato a «Liberation» Jean Labadie di Le Pacte non avrebbe funzionato economicamente.

RIMANE aperta anche la questione delle sale indipendenti che sono riferimenti importanti per tanti autori e per molto pubblico, magari non incluse in questa o in nuove piattaforme future che sembrano comunque garantire un sistema di esercizio/distribuzione già consolidato. Cosa accadrà? Gli interrogativi sono molti ma per capire meglio il paesaggio possibile ci vuole una presa di posizione istituzionale. Per ora però tutto tace.