La ricerca scientifica ha mutato di segno, le speranza generate dalle epocali scoperte attorno alla genetica che hanno permesso di scrivere direttamente sul patrimonio cognitivo degli esseri viventi si è tramutato in un orrendo strumento di schiavitù.

Come nel Progetto Manhatthan di Johnathan Hickman che vi abbiamo raccontato qualche tempo fa anche in 7 Contro il caos (DC Comics/ Lion, € 17,95) il tema è un futuro in cui all’uomo è sfuggito di mano il suo sogno forse più grande: la scienza. Il sonno della ragione genera mostri si potrebbe dire per sintetizzare questa avventura scritta da Harlan Ellison, uno dei grandi nomi della fantascienza contemporanea. L’autore, per capirci, di Pentiti Arlecchino disse l’uomo del Tic- Tac, di episodi di Star Trek e di The Twilight Zone, curatore, ormai molto tempo fa di una antologia dal titolo Dangerous Visions, in cui si raccoglievano i racconti di trentatré autori, tra cui Philip Dick, Robert Silverberg, James Ballard e Theodore Sturgeon, solo per citarne alcuni dei più famosi.

E proprio il racconto lungo sembra infatti l’habitat in cui l’immaginazione di Ellison si trova più a suo agio. Qui come abbiamo accennato siamo in un futuro in cui la scienza ha svelato il suo lato oscuro, faustiano, ed è diventata lo strumento per creare nuovi schiavi. Intere razze, di uomini ma anche di animali, di robot, o di esseri provenienti da altri pianeti come le fenici, sono diventati parte dell’enorme esercito di schiavi di cui si serve una casta di sfruttatori.

Ora però anche quell’equilibrio insano sta per essere spazzato via da una nuova e più estrema minaccia, qualcuno si è inserito nel continuum storico che ha consentito all’uomo di evolversi e prosperare fino a questi incerti esiti e lo sta alterando, facendolo risucchiare in un buco nero.

E’ un po’ come tornare alle radici per cercare di capire l’attimo fatale nel quale la razza umana ha combattuto e vinto con gli altri esseri viventi la guerra per il predominio e rimettere in discussione quell’esito. Già ma chi può essere stato? E’ la domanda essenziale che pone un uomo senza volto e che si pongono di volta i personaggi che salva e recluta per la battaglia contro questo oscuro quanto inesorabile nemico dell’umanità.

Una schiava dai capelli biondi e il fisico imponente dotata però per uno scherzo dei suoi creatori di tenaglie al posto delle mani, un gigantesco lucertolone ridotto a gladiatore nei giganteschi circhi comici, un ladro dal volto deturpato, un robot, uno scienziato diventato scomodo e una fenicie. Quest’ultima è l’essere più misterioso del gruppo, bellissima e potentissima grazie alle fiamme che sprigionano dal suo corpo ma anche fragilissima perché ogni contatto con la pelle umana può essergli fatale, facendola andare a sua volta in combustione.

L’uomo incappucciato finalmente svela la sua identità, è Gerald Roark, uno dei pochi umani che non si è fatto ingannare dalle sirene di una vita completamente dedita al piacere, alla lascivia, ad un nuovo patriziato reso possibile dall’enorme forza lavoro dei nuovi schiavi.

La verità che egli rivela al suo gruppo di soldati è agghiacciante. Ci sono dei computer di ultimissima generazione, tanto potenti da risultare in parte incomprensibili agli stessi scienziati. Questi dispositivi sono però in grado di prevedere il futuro e hanno rivelato l’incredibile frattura nel continuum spazio temporale da parte di qualcuno che si è insediato da qualche parte nella storia umana.

“Il fiume del tempo si sta biforcando. Il cambiamento non è insito, impercettibile, come suggerirebbe la logica. Lo slittamento verso la nuova realtà, la nuova storia è violento. Le tessere del domino stanno cadendo e il mondo è sull’orlo dell’abisso. La prosperità duratura, la gestione comandata da un computer dell’attività umana, hanno generato una sorta di arroganza. Ora, il falso Dio della certezza ha dimostrato di avere piedi di fragile argilla. Un fuoco sepolto milioni di anni fa sta nuovamente divampando per incenerirci.”

Questo intreccio aggrovigliato e affascinante di Ellison è disegnato da Paul Chadwick, personaggio votato al cross-over, all’attraversamento di generi e media, è stato lui infatti a curare lo script del gioco di ruolo tratto da Matrix.

Il decor retrò scelto per illustrare le tavole di 7 contro il Caos gli conferisce un climax inusuale, morbido e antichizzato. E questo gusto visivo ben dialoga con la linea narrativa che appunto proprio di un possibile ritorno a duelli primordiali tra l’uomo e le forze più oscure e tenebrose della natura sembra parlare.

Se i piani di questo oscuro quanto osceno manovratore della manovella del tempo si realizzassero, grandissime sarebbero le catastrofi: ogni nesso logico causale creato dall’uomo, sia materiale che immateriale, cadrebbe. I treni scivolerebbero fuori dai binari, gli uomini di varie epoche si mescolerebbero tra il reciproco orrore.

Quel che resta delle elite governative ha conferito al vituperato generale Roark il compito di trovare e sconfiggere questo nemico. Lui ad ognuno dei reietti che ha strappato alla schiavitù ha promesso prebende e ovviamente la libertà ma non ha nascosto che pochi tra di loro torneranno a casa.

La forza di ciò che non è stato è potentissima ma per lottare contro il tempo nuovo dominato da una razza che vuole disintegrare gli umani, questi devono necessariamente riconsiderare i propri sogni di prosperità per chiedere agli esseri che ha fatto schiavi di salvarli.