Dopo aver negato per settimane che il coronavirus possa essere qualcosa di diverso da una bufala messa in giro dai suoi nemici per metterlo in difficoltà, la dichiarazione di pandemia ha costretto Trump a prendere dei provvedimenti.

In un discorso alla nazione durato 9 minuti e mezzo il tycoon ha annunciato i piani degli Usa per far fronte alla crisi. Il provvedimento più importante riguarda l’ordine di interrompere per 30 giorni i viaggi negli Stati uniti provenienti dall’Europa, presentato come un passo drastico e inquadrato come il tentativo vincente di contenere una crisi in crescita.

Subito dopo la fine del discorso, però, la sua amministrazione ha chiarito che il passo non è poi così drastico. Il divieto si applica solo ai cittadini stranieri, ma non ai cittadini americani, né a chi ha la carta verde e ai loro genitori, coniugi, fratelli e figli. Anche i cittadini stranieri con «circostanze specifiche» sono esenti.

Significa che gli americani e i residenti permanenti negli Stati uniti potranno andare e tornare dall’Europa in questi 30 giorni: all’ingresso negli Usa saranno sottoposti a screening e affronteranno la quarantena o restrizioni sui loro movimenti per 14 giorni.

Il provvedimento è molto simile a quello emanato nei confronti della Cina il mese scorso e che non è servito a molto per combattere la diffusione del virus in terra statunitense. Oltre a ciò il divieto esclude del tutto, non solo il Regno unito, dal quale i viaggi verso gli Usa sono consentiti, ma tutti i paesi che non si trovano nell’area Schengen, come Croazia, Romania, Ucraina, Serbia e via così.

Durante il discorso Trump ha scelto di inquadrare la pandemia come un «virus straniero» da tenere fuori, nonostante i crescenti casi di diffusione negli Usa. Per il tycoon la mossa migliore resta quella di erigere muri contro l’invasore, virus incluso e nel suo discorso ha specificato che gli Usa hanno meno casi dell’Europa perché sono stati meno permissivi nei riguardi degli ingressi dalla Cina.

Ma non ha menzionato la necessità di produrre abbastanza test per il coronavirus, unica vera strada percorribile per arginarne la diffusione. Nessuna menzione nemmeno sui cambiamenti delle abitudini che si dovrebbero operare, come evitare i luoghi affollati, stare in casa, limitare la socialità.

Poco dopo la fine del discorso di Trump, l’Nba ha sospeso la stagione fino a nuovo avviso (un giocatore è risultato positivo); l’attore Tom Hanks e sua moglie hanno annunciato di averlo contratto; la senatrice democratica Maria Cantwell ha annunciato che il suo staff è infetto.

E un’ora dopo il discorso di Trump i democratici al timone della Camera hanno introdotto una proposta di legge multi-miliardaria che include disposizioni su modi e mezzi per stabilire un programma di congedo retribuito, aiuti alimentari, reddito di disoccupazione e per garantire l’accesso ai test antivirus gratuiti.

A questo si aggiunge la notizia data dalla Reuters, per cui la Casa bianca ha detto agli addetti alla salute di trattare le riunioni sul coronavirus come materiale riservato, mossa insolita che limita le informazioni e ostacola la risposta del governo al contagio.

Reuters cita quattro funzionari anonimi dell’amministrazione Trump, che parlano di dozzine di discussioni riservate su argomenti come la portata dell’infezione, quarantene e restrizioni di viaggio, svolte sin da metà gennaio in una sala riunioni ad alta sicurezza presso il Dipartimento di salute e servizi umani (Hhs).

L’accesso alle riunioni è stato vietato a chiunque non avesse le autorizzazioni alla sicurezza, compresi gli esperti del governo su ordine diretto della Casa Bianca. Le riunioni dell’Hhs si sarebbero svolte in un’area sicura denominata «Funzione d’informazione compartimentata sensibile», Scif, di solito riservata alle operazioni di intelligence e militari e dove i normali telefoni cellulari e i computer non possono essere introdotti.