I fatti sanguinosi di Charlottesville cominciano a dare la misura concreta del degrado politico e civile nell’America di Trump. A fronte dell’assordante silenzio del presidente che dopo il summit nazifascista è costato la vita Heather Heyer, Trump si è poi limitato a una dichiarazione di circostanza sul «problema della violenza e intolleranza da più parti»; un’affermazione che ha permesso di constatare le affinità sempre più evidenti fra la Casa bianca e l’estrema destra suprematista.

AL RADUNO FASCISTA di Charlottesville (intitolato «Unite the right»), la più sfrontata e consistente manifestazione razzista dai tempi della lotta ai diritti civili del secolo scorso, hanno aderito formazioni della Alt right, il Ku Klux Klan, nazisti, destra teocon, neoconfederati e milizie della Nra. A Charlottesville hanno rivendicato una nuova nazione «purificata» iniziando con una corteo cha ha inneggiato a una nuova guerra civile nel nome della rivalsa della razza bianca. Una fiaccolata sul campus della University of Virginia corredata di saluti romani, slogan antisemiti e numerose scrtte pro-Trump.

IL GIORNO SUCCESSIVO era previsto il comizio, ma i circa 500 suprematisti stavolta sono stati affrontati da una folla di manifestanti antirazzisti. Il cordone di polizia in assetto antisommossa non ha potuto tenere a lungo separati gli opposti schieramenti ed è cominciata una lunga serie di colluttazioni e lanci di oggetti fra militanti che hanno usato scudi, caschi e armi contundenti di vario genere. Inizialmente la polizia è stata a guardare, poi ha cercato di sedare la violenza con lacrimogeni e spray urticanti, per poi ordinare lo sgombero del parco; i due schieramenti – però – non hanno terminato il confronto. Dopo aver opposto resistenza (il leader nazista Richard Spencer è stato arrestato) i suprematisti si sono infine decisi a sgomberare il campo fra i festeggiamenti degli antifascisti.

IN REALTÀ LE FOLLE sono semplicemente defluite in piccoli gruppi per le strade circostanti dove sono continuate le colluttazioni. Le immagini di uno dei numerosi video girati a questo punto diventano agghiaccianti: mostrano una vettura che accelera al massimo e punta su un gruppo di antirazzisti che stava allontanandosi per una strada laterale. L’auto di grossa cilindrata falcia il gruppo e si schianta contro il baule di una altra auto ferma in mezzo alla strada. Inserisce immediatamente la retromarcia e schizza all’indietro falciando altre persone che erano riuscite a schivare il primo impatto e vittime già a terra.
Schizzi di sangue sono visibili sulle lamiere contorte, il selciato rimane coperto di feriti – fra questi il corpo esanime di Heather Heyer, 32 anni. Al volante c’è James Alex Fields, un ventenne filonazista dell’Ohio che viene arrestato e denunciato per omicidio.

A PEGGIORARE SE POSSIBILE questo tragico epilogo è venuta la reazione di Trump. Meno di un ora dopo la morte di Heyer il presidente non ha pronunciato il suo nome e ha condannato «entrambe le parti», perfino dopo che David Duke, leader del Ku Klux Klan da Charlottesville aveva detto di essere pronto, insieme ai suoi scagnozzi , «a riprenderci il nostro paese. Esaudiremo le promesse di Trump. È quello in cui abbiamo sempre creduto, è ciò per cui abbiamo votato per lui». Nemmeno l’esplicita invocazione dei razzisti ha indotto Trump a rompere il silenzio. Il sindaco di Charlottesville ha parlato del sangue che macchia le mani del presidente. Anche numerosi esponenti conservatori del Gop (Da Ted Cruz a John McCain a Orrin Hatch) hanno condannato il silenzio di Trump.

SOLO DOPO TRE GIORNI di critiche, dopo le dichiarazioni del ministro di giustizia e del vicepresidente, Trump è stato costretto a leggere una terza dichiarazione redatta dall’ufficio stampa che ha controvoglia denunciato i razzisti. È stato troppo tardi: è il suo iniziale silenzio che passerà alla storia.

Dalla vicenda è emerso il prezzo di mesi di retorica trumpista, capace di fomentare la «rabbia bianca» che lo ha portato al potere. Si tratta di conseguenze causate dall’aver dato potere a esponenti del suprematismo; a fronte di tutto questo, il progetto trumpista è l’espressione istituzionale di un razzismo antico. L’avvallo del violento assalto suprematista è il fotogramma horror di una presagio distopico ormai ineluttabilmente avverato.