Aumentare le pene. La ricetta del governo giallobruno è prevedibilmente questa anche l’8 marzo. Salvini tiene una conferenza stampa allo scopo, con accanto l’avvocata e ministra leghista Bongiorno. La prima proposta per contrastare la violenza sulle donne è il disegno di legge firmato dal sottosegretario all’interno Molteni, leghista anche lui, che prevede la inapplicabilità del rito abbreviato per i delitti punibili con l’ergastolo. «Uno scambio indecente», secondo Bongiorno, visto che al termine del rito abbreviato per l’imputato che lo sceglie è previsto uno sconto di pena pari a un terzo. Nel rito abbreviato il giudizio si svolge esclusivamente sulla base delle prove raccolte durante le indagini. L’attinenza con le violenze di genere è relativa e soprattutto riguarda solo gli omicidi compiuti.

Può avere effetti deterrenti? Difficile. Mentre è certo che allungherà i tempi delle indagini e dei processi, anche quelli per le violenze sulle donne. Oggi infatti più dell’80% dei giudizi che prevedono l’ergastolo come pena massima si svolgono con il rito abbreviato. Le Corti d’assise non riusciranno mai ad affrontare il nuovo carico se non assorbendo magistrati che nei tribunali ordinari si occupano degli altri reati, comprese le violenze in famiglia. Che costituiscono, come confermano gli ultimi dati, l’80% dei casi di violenza di genere (autori all’86% uomini al 70% italiani).

La proposta Molteni, che potrebbe essere approvata definitivamente il prossimo mese, non prevede stanziamenti per aumentare gli organici. Così come non prevede risorse aggiuntive il famoso «codice rosso», altra proposta del governo per la quale chi denuncia una violenza in casa deve essere sentita entro tre giorni dal pm. Ammesso che si sia un pm disponibile.

Salvini del resto mette tra le proposte in grado di contrastare le violenze di genere anche le legge sulla legittima difesa, che invece avrà l’effetto di aumentare le armi nelle case e in mano agli uomini. E il ministro della giustizia Bonafede festeggia l’8 marzo annunciando «sanzioni più severe per chi commette stupri e reati violenti». La pena massima già prevista, senza aggravanti, è di dieci anni. Può salire fino a 16