C’è stata una manifestazione, mercoledì sera, per denunciare l’intensificazione degli atti omofobi a cui hanno partecipato alcune migliaia di persone a Parigi. Alla vigilia, la foto pubblicata su Facebook del volto tumefatto di un olandese che vive a Parigi, Wilfred, aveva rivelato l’emergenza di quello che la vittima dell’aggressione selvaggia, avvenuta nella notte tra sabato e domenica nel XX arrondissement di Parigi, chiama «clima deleterio» che si sta diffondendo in Francia da quando il parlamento discute la legge del matrimonio per tutti, che oggi, dopo l’Assemblea, dovrebbe venire votata anche dal Senato.

Nel fine settimana, due altre coppie hanno sporto denuncia a Parigi per aver subito aggressioni. La senatrice di centro ed ex ministra di Chirac, Chantal Jouanno, è stata svegliata all’alba da un gruppo vociferante che denunciava la sua intenzione di votare a favore della legge. Lo spazio dei Blanc Manteuax, nel Marais, dove doveva tenersi una riunione delle organizzazioni gay, è stato saccheggiato. Il relatore della legge, il deputato Ps Erwann Binet, è stato minacciato e un gruppo violento gli ha impedito di intervenire in un incontro a Saint-Etienne. La manifestazione del 24 marzo è finita con degli scontri con la polizia, che ha cercato di impedire a un gruppo radicale di sfilare sui Champs Elysées.

Clima deleterio che può spingere dei violenti all’azione, blitz organizzati di gruppi radicali: il matrimonio per tutti sta svelando l’esistenza e favorendo la strutturazione di un movimento di opposizione estremista in Francia. La destra è imbarazzata da questa presenza. Molti deputati Ump pensano di non partecipare alla prossima manifestazione, prevista per il 26 maggio, contro la promulgazione della legge. Il movimento della «manif per tutti» anti-matrimonio si è spaccato. La curiosa portavoce, nome d’arte Frigide Barjot, ha persino sporto denuncia contro i violenti. «Non hanno nulla a che vedere con noi», afferma. Questa frangia si riconosce sotto la sigla di «Primavera francese». Anche la Primavera ha come portavoce una donna, Béatrice Bourges, legata agli ambienti cattolici oltranzisti, che ha intenzione di «intervenire su tutti i fronti: famiglia, scuola, comuni, partiti politici, media». A questa corrente aderiscono i gruppi che forniscono le truppe per le azioni violente: il gruppo Civitas, che ogni sera è davanti al Senato per pregare in ginocchio contro la legge, i monarchici dell’Action française che vogliono «far cadere il regime», il Blocco identitario, il Gud e l’Uni (universitari di estrema destra), le Gioventù nazionaliste. Tra i violenti è stato identificato un ex parà, Philippe Darantière, che ha guidato il gruppetto che ha cercato di sfondare il cordone di polizia sui Champs Elysées il 24 marzo.

Il burattinaio di questo movimento emergente, secondo gli specialisti della nebulosa di estrema destra francese, è il gruppo Ichtus, un «istituto» che propone «corsi di formazione» e che ha tra i suoi membri più noti Jacques Tremolet de Villers, che è stato l’avvocato del miliziano Paul Touvier, condannato all’ergastolo nel ’94 per crimini contro l’umanità durante la guerra, e che era riuscito a nascondersi grazie a una rete cattolica. Per il momento i metodi della «Primavera francese» sollevano perplessità nel movimento contro il matrimonio che sta però gettando le basi per la costruzione di un Tea Party alla francese, basato sulla radicalizzazione della classe media che vuole la pelle di Hollande.