Il dipartimento di Giustizia americano ha annunciato che un gran giurì federale ha incriminato per “violazioni dei diritti civili” l’ex agente Derek Chauvin e gli altri tre ex agenti di Minneapolis coinvolti nella morte di George Floyd, nel maggio 2020.

Le nuove accuse significano che gli agenti potrebbero affrontare un altro processo penale di alto profilo oltre a quello che stanno affrontando a livello statale. L’annuncio è stato fatto dopo la condanna di Derek Chauvin per omicidio di secondo grado e rappresentano un’altra mossa inusuale nei confronti di funzionari delle forze dell’ordine, che raramente devono affrontare accuse penali per aver usato la forza.

L’accusa afferma che tenendo il ginocchio sinistro sul collo di Floyd e il ginocchio destro sulla schiena e sul braccio mentre giaceva a terra, ammanettato e senza resistenza, Chauvin ha usato “una forza incostituzionale e irragionevole che ha provocato la morte del signor Floyd”.

Gli altri agenti sono stati accusati di “omissione intenzionale di impedire al signor Chauvin di usare la forza irragionevole”. Tutti e quattro gli imputati hanno visto Floyd sdraiato a terra bisognoso di cure mediche e volontariamente non lo hanno aiutato, “negandogli il diritto costituzionale a non essere privato della libertà senza un giusto processo legale e il diritto del signor Floyd di essere libero” e compiendo omissione di soccorso in presenza di gravi esigenze mediche”.

Un secondo atto d’accusa riguarda solamente Chauvin e si riferisce a un episodio di quattro anni fa: l’ex poliziotto è accusato di aver privato un adolescente dei suoi diritti civili durante un fermo del settembre 2017 in cui l’ex ufficiale ha preso il minore per la gola e lo ha colpito più volte la testa con una torcia elettrica. Anche in quell’occasione Chauvin ha tenuto il ginocchio sul collo e sulla parte superiore della schiena dell’adolescente, nonostante il ragazzino giacesse prono, ammanettato e non opponesse resistenza.

Queste accuse sono separate dall’indagine in corso del dipartimento di Giustizia sul Dipartimento di Polizia di Minneapolis che il procuratore generale Merrick Garland ha annunciato il 21 aprile e sono separate anche dalle accuse dello Stato verso i colleghi di Chauvin che dovranno affrontare un processo ad agosto.