Dino Campana, la sua poesia e la sua dura esperienza esistenziale, sono da sempre un oggetto di particolare affezione per Vinicio Marchioni. L’attore, che pure è una star tv come «il Freddo» di Romanzo criminale, aveva già mostrato una propria ricostruzione «emotiva» della biografia del poeta di Marradi tanto apprezzato da Carmelo Bene. Ora fa un’altra ricostruzione della sua poetica attraverso il rapporto che Campana ebbe con Sibilla Aleramo. Nasce così La più lunga ora, ricordi di Dino Campana, poeta, pazzo, di cui Marchioni è autore, regista e protagonista. A fianco a lui Milena Mancini, nel ruolo della scrittrice, intellettuale e donna di mondo di un intero e contraddittorio secolo. E in scena con loro Ruben Rigillo, autore della partitura musicale che scandisce come uno zoom sonoro quei momenti di fuoco emotivo ed esistenziale. Uno spettacolo compatto e «feroce», che ci squarcia brandelli ed abissi di una esistenza rovente. Che attraverso innamoramenti delusi e ricoveri psichiatrici, trovò modo di esprimere la sua furente poesia.