«La storia è scritta dai vincitori». Con questa didascalia e con l’indicazione che la vicenda si svolge nel 1947 a Delhi, inizia Il palazzo del Viceré di Gurinder Chadha, regista nota per Sognando Beckham.
Il contesto è quello dell’indipendenza dell’India che può realizzarsi ufficialmente dopo la consegna del potere dai colonizzatori ai colonizzati attraverso la mediazione di un Viceré. Una situazione complessa perché la minaccia imminente è la guerra civile tra hindu e musulmani.

La soluzione è la creazione di uno stato musulmano, il Pakistan, utile agli occidentali per creare un argine contro l’Unione Sovietica e per controllare le risorse petrolifere dell’area. Un negoziato che porta alla morte di milioni di profughi. In questo affresco storico (tratto dal Bignami o, per i più giovani, da Wikipedia) non poteva mancare la storia d’amore impossibile tra Aalia, figlia di un militante gandhiano musulmano, e Jeet, giovane poliziotto hindu ora arruolato nello staff del Viceré. Un po’ di Shakespeare non guasta mai.