La paura fa compiere stupidaggini ma, a volte, apre la porta a grandi avventure e ad amicizie sorprendenti ed è così che succede a Vincent, bullizzato a scuola, con una baby-sitter che è quasi una sorella e alcuni amici immaginari: uno scoiattolo, un cavallino, un grosso verme e un coleottero. Amici ironici e supponenti ma che gli stanno sempre a fianco. Però Vincent si deve sempre difendere: per questo ha con sé, allacciata sulla pancia, una scatola di emergenza per poter sopravvivere anche nelle situazioni più impensate. Per finire di attrezzarla gli manca solo un preservativo… che serve a trasportare acqua da un luogo all’altro quando ti perdi o ti devi nascondere.

A scuola però non funzionano né la scatola né gli amici immaginari: sono prese in giro, vessazioni e botte. Ma lui non demorde: «Sono Vincent. Ho undici anni. Ho un papà e una mamma. Abito a Rotterdam. Sono in quinta». Se lo ripete come un mantra, per scacciare la paura del buio e della solitudine. Il suo orizzonte, infatti, è ostruito dal temibile campo scuola: un’esperienza che si annuncia terribile. A narrare la storia di questo piccolo protagonista, coraggioso nonostante tutto, è Enne Koens che, dopo Hotel Bonbien uscito tre anni fa, torna in libreria con il nuovo romanzo Sono Vincent e non ho paura (illustrazioni di Maartje Kuiper, Camelozampa, pp. 248, euro 15,90, carta e caratteri ad alta leggibilità). Per fortuna, anche nelle esperienze peggiori accadono incontri che accendono la speranza: Jasmijn, con la faccia «nascosta dietro i capelli lunghi e sotto il cappuccio e il cappellino». Lui e la nuova amica scapperanno dal campo scuola. Finiti nel bosco, si arrampicheranno sopra il masso, e così – alla fine – Vincent dovrà uscire allo scoperto raccontando i soprusi degli altri in classe. E il coraggio della fuga si trasformerà nel coraggio del ritorno.