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Vince l’Irlanda ma non domina, l’Italia ora punta la Romania

Vince l’Irlanda ma non domina, l’Italia ora punta la Romania

World Rugby Cup L’Italia ha fatto tutto il possibile ma alla fine tutto si è deciso nei primi quindici minuti della ripresa. Finisce 16-9. Domenica prossima, a Exeter, l’ultima partita contro la Romania. Da vincere, assolutamente

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 4 ottobre 2015

Vince l’Irlanda. L’Italia non raggiungerà i quarti di finale della coppa del mondo di rugby, impresa che mai le è riuscita. Non era l’annata buona: troppi problemi nella squadra azzurra, troppi infortuni, troppe questioni da risolvere.

Ha vinto l’Irlanda ma non ha dominato. E’ una vittoria di stretta misura (16-9) che concede all’Italia un punto di bonus (sconfitta con non più di 7 punti di scarto) e che testimonia l’andamento del match, con gli irlandesi stabilmente avanti ma mai capaci di prendere il largo e mettere il risultato al sicuro. Una vittoria facile avrebbe fatto molto comodo agli uomini in maglia verde, in vista dell’ultimo impegno contro la Francia che deciderà il primo posto nel girone. L’Italia sabato prossimo sfiderà invece la Romania con l’obiettivo di tenersi ben stretto il terzo posto che garantisce la qualificazione automatica alla prossima coppa del mondo.

Questa volta gli azzurri hanno placcato. Gli orrori della partita contro il Canada non si sono più ripetuti. La difesa è stata all’altezza e la mischia ha tenuto. L’ingresso dal primo minuto di Simone Favaro, il nostro miglior difensore, ha avuto effetti benefici: è uno spietato, il nostro open-side, uno di quei giocatori di cui si dice che abbatta qualsiasi cosa si muova intorno a lui, anche i fili d’erba. E il ritorno di Sergio Parisse è servito soprattutto a ridare spirito alla squadra. Male invece la touche: tre palle perse nel primo tempo, di cui una nei 5 metri avversari che grida vendetta e l’altra che ha portato alla meta irlandese, altre due nella ripresa.

Da parte sua, l’Irlanda ha cominciato guardinga, quasi temesse un ritorno di fiamma da parte degli azzurri. Raramente ha pigiato sull’acceleratore, preferendo amministrare un precario equilibrio che la vedeva comunque in vantaggio piuttosto che fare la voce grossa. Quando è riuscita ad alzare il ritmo ha segnato la sua unica meta (Keith Earls, 18’), portandosi sul 10-3. Poi si è ritratta. Le sono bastati i calci piazzati e il gioco tattico di Jonathan Sexton, il suo regista.

L’Italia ha fatto tutto il possibile: ha messo pressione, ha costretto gli avversari a commettere sbagli, ma non è mai riuscita a stabilire un dominio sul match. Nel momento decisivo arrivavano sempre un errore, una mancanza, un’ingenuità.

Alla fine tutto si è deciso nei primi quindici minuti della ripresa. Al 48’ Joshua Furno ha schiacciato in meta ma con un piede oltre la linea di rimessa (trascinato dal placcaggio di O’Mahony). Al 51’ Tommaso Allan piazzava tra i pali e gli azzurri si portavano sul 9-10, a un solo punto di scarto. Poi nuovi errori, due falli in difesa e due piazzati di Sexton, di nuovo sette punti di scarto. Neppure il cartellino giallo a O’Mahony nel finale (71’) serviva a mutare il destino del match: troppo stanchi gli azzurri, troppo cinici gli irlandesi, ancora troppi errori nel momento che conta.

Domenica prossima, a Exeter, l’ultima partita contro la Romania. Da vincere, assolutamente.

 

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