Un villaggio intero raso al suolo, case incendiate e saccheggiate, abitanti massacrati, e così persino gli animali. È successo l’altra notte a Sobane-Kou, vicino alla città di Sanga nel Mali centrale, dove secondo il governo di Bamako almeno 95 persone sono state uccise, un terzo dei residenti, tutti appartenenti all’etnia Dogon – agricoltori e cacciatori di fede animista- mentre altre 19 persone risultano disperse, considerando che la maggior parte dei cadaveri è stata bruciata. A fine maggio nella stessa zona oltre di 130 persone erano state uccise in un attacco a un villaggio abitato dalla rivale comunità Fulani, pastori musulmani. I Fulani sopravvissuti avevano accusato i Dogon di quell’attacco.