Protocollo da riscrivere e bollettino dei positivi del pallone che non perde quota. Mentre un plotone di quotidiani è costretto ad accettare che non ci sarà l’incrocio tra Ronaldo e Messi la prossima settimana in Champions League perché il portoghese della Juventus è ancora positivo al Covid-19 dopo una settimana di quarantena mediatica, tra pesi, bagni in piscina e riferimenti polemici social al ministro dello Sport Spadafora, stavolta si è preso la scena il commissario tecnico della nazionale italiana, Roberto Mancini, per una vignetta negazionista condivisa ieri su Instagram. Un paziente ammalato di Covid-19 che, alla domanda sull’origine del contagio, spiega di essersi preso il virus guardando troppi telegiornali. La vignetta condivisa dal ct azzurro, che dopo qualche ora si è scusato, ha ovviamente innescato un vespaio di polemiche, anche di sdegno, non solo sui social. Nell’assordante silenzio della federcalcio, ormai assuefatta al mutismo.

Mancini è recidivo: qualche giorno fa era entrato in polemica con il ministro della Salute, Roberto Speranza, che sul protocollo sanitario aveva parlato di eccessivo interesse intorno al calcio, inteso come quello professionistico. Oltre alla replica, totalmente fuori contesto, sullo sport che è un diritto come la scuola, aggiungendo che a volte bisognerebbe pensare prima di parlare, Mancini si era anche detto a favore della riapertura degli stadi al pubblico, nonostante già fosse in atto in Italia e in Europa il rialzo dei contagi da Covid-19. Un’uscita che era stata immediatamente stigmatizzata («Mancini dice cose senza senso») dal consulente del ministro Speranza, Walter Ricciardi, mentre al ct andrebbe ricordato, magari da chi lo paga (la Figc), visto il tenore della vignetta pubblicata e la pericolosità del messaggio lanciato al pubblico, che bisognerebbe pensare anche prima di cliccare e condividere.

A proposito di Ricciardi, anche lui si è iscritto al dibattito – senza che nessuna delle istituzioni del pallone abbia ancora mosso un dito – sulla validità del protocollo sanitario. «Il calcio? La situazione è drammaticamente cambiata, a maggio avevamo contenuto l’infezione – ha spiegato Ricciardi a Radio Punto Nuovo -, se avessimo mantenuto un comportamento responsabile, saremmo andati avanti. Il calciatore, oggi, ha un’altissima percentuale di contagiarsi. Il protocollo va assolutamente adeguato per far proseguire il campionato, anche se la bolla resta la soluzione migliore, ma si può fare per periodi limitati di tempo, come nella Nba». Secondo Ricciardi, le autorità sportive devono adeguarsi all’impennata del virus, ricordando gli incredibili rischi corsi dagli spettatori – cinquemila – della partita di Champions League Rennes-Krasnodar, con tifosi ammassati, senza mascherina. Una «possibile bomba» a orologeria, come Liverpool-Atletico Madrid con 40 mila spettatori consentita dalla Uefa al via della pandemia.

Intanto, nuovo focolaio in Serie B: 11 calciatori e 5 membri dello staff tecnico della Reggiana sono risultati positivi, con immediata richiesta alla Lega di B (nella seconda divisione non è applicato il protocollo del Cts) del rinvio della partita di domani con il Cittadella.