Arriva stamattina in Commissione Trasporti della Camera l’esame delle proposte per modificare il Codice della strada, ad essere ascoltati saranno i rappresentanti dell’Istat. Tra le norme che il governo vuole introdurre il pacchetto più importante riguarda in particolare l’uso delle biciclette nei centri urbani. Il testo in discussione prevede, infatti, la precedenza per i ciclisti agli incroci o ai semafori, su modello olandese. Per le due ruote dovrebbe essere prevista «una striscia di arresto avanzata rispetto a quella dei veicoli»: toccherà poi ai comuni disegnare una doppia linea, per bici e auto, davanti ai semafori e agli stop.

E ancora: nei centri abitati dove il limite di velocità è di 30 chilometri orari, i ciclisti potranno andare contromano «indipendentemente dalla larghezza della carreggiata e dalla massa dei veicoli autorizzati al traffico». La misura è già stata sperimentata in diversi paesi, come Belgio, Regno Unito, Olanda, e secondo gli studi dei ricercatori non comporta un aumento dei rischi per incidenti stradali. La norma non verrebbe applicata in automatico ma toccherebbe al sindaco emanare un’ordinanza specifica e, comunque, la possibilità di «circolare anche in senso opposto a quello di marcia rispetto agli altri veicoli» dovrebbe essere segnalata da uno specifico cartello stradale. Infine, i ciclisti avranno la possibilità di circolare nelle corsie ora riservate solo ai taxi e agli autobus di linea nonché di parcheggiare in aree adibite dal comune oppure, in mancanza si spazi specifici, sui marciapiedi e all’interno delle zone pedonali. Diversi emendamenti presentati in Commissione prevedono inoltre l’obbligatorietà dell’utilizzo del casco, con incentivi all’acquisto.

Novità anche per altri tipi di due ruote. Per quanto riguarda i motociclisti, il governo sta valutando la possibilità di inserire l’obbligo di dotarsi di un abbigliamento tecnico di sicurezza, mentre per le moto elettriche dovrebbe arrivare il via libera a circolare in autostrada. Con il disegno di legge M5s-Lega gli skate, i monopattini e gli hoverboard entrano a far parte per la prima volta del codice della strada, ma non è ancora stato definito se confinarli solo nelle piste ciclabili.

Il testo, poi, prevede: parcheggi riservati alle donne in gravidanza, ma tra le proposte c’è di estenderli anche a genitori con figli fino a tre anni; la possibilità di far salire sulle autoambulanze un accompagnatore se richiesto dalla persona soccorsa. E ancora: lo stop al fumo e all’utilizzo di telefonini e tablet alla guida, i trasgressori saranno puniti con la stessa sanzione che sarà più alta di quella attualmente prevista per chi utilizza il cellulare mentre è al volante. La norma deriva dai dati diffusi da Istat e Aci: il 40,8% delle violazioni al Codice sono dovute a distrazione alla guida, mancato rispetto della precedenza, velocità troppo elevata, mancato utilizzo di dispositivi di sicurezza e uso di smartphone. Inoltre, sulle autostrade a tre corsie il limite di velocità potrebbe essere innalzato a 150 chilometri orari «sempre che lo consentano l’intensità del traffico, le condizioni atmosferiche prevalenti e i dati di incidentalità dell’ultimo quinquennio».

Il ct della Nazionale italiana di ciclismo, Davide Cassani, commenta positivamente le novità allo studio: «Le modifiche previste nel nuovo Codice della strada, con l’utilizzo delle corsie preferenziali di taxi e autobus per i ciclisti, mi sembrano un’ottima cosa, spero che queste regole possano contribuire ad avere un po’ più di sicurezza. Finalmente si prende in esame una questione molto seria». Il riferimento è ai dati allarmanti rispetto agli incidenti che hanno coinvolto le bici: secondo Aci e Istat, nel 2017 in Italia si è registrato un ciclista morto sulle strade ogni 32 ore con un incremento del 9,6% rispetto all’anno precedente. Le cause più comuni sono: essere schiacciati dalle auto o camion, superati a distanza troppo ravvicinata, investiti agli incroci. Anche sulla possibilità di andare contromano Cassani si dice favorevole: «Nelle vie dove esiste il limite dei 30 chilometri all’ora credo che i ciclisti siano considerati quasi come dei pedoni. In certe situazioni era già così».