Vienna dal 6 al 9 dicembre è stata la sede di due importanti eventi sull’emergenza del disarmo nucleare, purtroppo oscurati dalla stampa nazionale: il Forum «Il coraggio di bandire le armi nucleari» promosso da Ican (Campagna Internazionale per l’Abolizione della Armi nucleari) e a seguire la «Conferenza Internazionale sull’Impatto Umanitario delle Armi nucleari». La terza conferenza Internazionale sul tema dopo quella di Oslo-Norvegia (2013) e Nayarit -Messico (2014).

Le armi nucleari, giustificate politicamente in base all’irresponsabile logica della deterrenza, non solo sottraggono preziose risorse allo sviluppo umano, ma ci condannano a vivere nel rischio permanente di una catastrofe nucleare, rispetto alla quale non potrebbe essere messo in atto alcun piano di salvataggio.

Molto chiara la denuncia di Ela Gandhi, nipote del Mahatma Gandhi e attivista pacifista in Sud Africa: «L’arma nucleare è pensata per proteggere i privilegi del 10% della popolazione mondiale che non vuole mettere in discussione il proprio stile di vita». Esiste, purtroppo una «pericolosa rimozione del pericolo nucleare motivata dall’espulsione della paura dell’impossibilità di salvezza», ha spiegato la psicanalista francese Madleine Mosca, ma è altresì vero che «è un errore pensare che non possa scoppiare una guerra nucleare» come ampiamente documentato dal giornalista americano Eric Schlosser sulla base dei troppi incidenti atomici che, solo per un miracoloso evento, non hanno portato alla deflagrazione nucleare. Il Forum (più di 600 esponenti della società civile) ha reso visibile la partecipazione attiva di giovani (la metà dei convenuti) in lotta per il diritto a un presente e un futuro libero dal «crimine» delle armi nucleari (secondo l’Onu e la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja nel 1996).

La Conferenza Internazionale (158 Stati partecipanti ) ha rappresentato invece una tribuna ufficiale da cui circa un terzo degli stati si è espresso a favore di uno strumento internazionale vincolante che vieti le armi nucleari sulla base dell’impatto umanitario ampiamente studiato. I più moderati continuano a vedere nel Trattato di Non Proliferazione Nucleare uno strumento ancora valido, soprattutto alla luce della rivendicazione dell’applicazione dell’articolo 6. Molto applaudito il messaggio di papa Francesco e molto apprezzata la presenza di Usa e Gran Bretagna. Assenti Francia, Corea del nord e Israele. L’Italia è intervenuta con il delegato della Farnesina, Giovanni Brauzzi.

Saremo capaci di fare tesoro delle sconvolgenti testimonianze dell’indicibile dolore espresso dai sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, e dalle vittime dei Test Nucleari che hanno parlato a Vienna per lanciare il loro SOS sugli effetti delle radiazioni nucleari che mietono più vittime tra le bambine e le donne, condannando le future generazioni a devastanti conseguenze genetiche? Per dibattere sulla portata di questi due eventi viennesi che precedono l’incontro di New York 2015 sulla revisione del Trattato di Non Proliferazione Nucleare, oggi, martedì 16, ore 15.30, a Via Liberiana 17, (Santa Maria Maggiore, Roma) si svolgerà l’incontro «Esigiamo un disarmo nucleare totale»

* WILPF Italia