«Non ci saranno al momento controlli al confine del Brennero e nessun ricorso all’esercito» ha chiarito il cancelliere austriaco Christian Kern intervenuto ieri per placare lo scontro con l’Italia sui migranti, scatenato dal suo ministro della Difesa. Finora il capo del governo, da maggio dimissionario, di coalizione finita tra socialdemocratici (Spoe) e popolari (Oevp), aveva taciuto. La smentita delle minacce del ministro Hans Peter Doskozil, che ha fatto partire i blindati verso il Tirolo, seppure non così netta come preteso dai Verdi, segna sicuramente una correzione di rotta.

 

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«Il confine del Brennero è il simbolo del Europa unita, non può essere il luogo per messe in scena elettorali di bassa lega», ha accusato Ulrike Lunacek, vicepresidente del parlamento europeo e capolista dei Verdi alle elezioni anticipate del 15 ottobre. «È inconcepibile che un ministro-panzer incalzato dall’escalation contro i migranti voluta da Kurz (il ministro degli esteri, ndr) provochi il paese vicino, l’Italia».

«Non ci sono truppe o apparati militari al Brennero», ha cercato di calmare le acque Kern che ieri ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo italiano Paolo Gentiloni. Entrambi hanno concordato sul fatto che la collaborazione tra le forze di polizia produce ottimi frutti e si basa sul rispetto da entrambi le parti delle regole europee, senza alcun bisogno di truppe o mezzi militari da schierare alla frontiera. Un colloquio che la parte italiana ha salutato come costruttivo. Comunque, per quanto bizzarra la sortita austriaca sul Brennero sia stata, non si è trattato di sola farsa e bluff. I quattro carri armati Pandur sono effettivamente stati mobilitati, lo ha riconfermato mercoledì il ministero della difesa , ma non sono stati portati fino al confine, si sono fermati nella vicina Innsbruck capoluogo del Tirolo, fermi in caserma, in attesa di futuri impieghi di blocco stradale.

Una pioggia di critiche sul possibile impiego di carri armati contro profughi inermi e disperati è arrivata dalle ong e dai gruppi welcome refugees ancora molto diffusi e attivi nel paese. Gruppi e movimenti che avevano sostenuto il candidato verde Alexander Van der Bellen a presidente della repubblica, contro il candidato della destra xenofoba Norbert Hofer. Aveva vinto Alexander Van der Bellen il dicembre scorso, ma a giudicare dal clima politico che si respira nel paese in rincorsa a destra, paradossalmente, è come se avesse vinto Norbert Hofer.

Si è trattato di prepararsi per una eventuale situazione di emergenza, ha spiegato il cancelliere austriaco, per impedire che si ripetano situazioni come quelle del 2015 quando a Spielfeld, al confine con la Slovenia, migliaia di migranti hanno attraversato il confine senza controllo.
In ogni caso, diversamente dai gesti unilaterali annunciati martedì, dalla politica dei fatti compiuti, Kern ieri ha ribadito che ogni possibile iniziativa di emergenza verrà concordata con l’Italia e con l’Unione europea.

«Il numero crescente di rifugiati e migranti illegali che approdano nei porti italiani sono una sfida gigantesca per le autorità italiane. L’Italia porta sulle proprie spalle questo peso in maniera ammirevole», ha cercato di rimettere insieme i cocci il cancelliere, riconoscendo che nonostante l’alto numero di rifugiati arrivati in Italia nelle ultime settimane i passaggi verso il confine austriaco sono rimasti gli stessi. «Questo dimostra l’eccellente lavoro delle autorità italiane e la buona cooperazione con l’Italia. Non c’è nessun segno che le autorità italiane non abbiano sotto controllo la situazione. Ma l’Italia ha bisogno della solidarietà europea, ne parteciperà anche l’Austria, che cercherà di dare un apporto costruttivo alla conferenza dei ministri degli interni di giovedì».

Critiche a Kern, di resa alle rimostranze italiane sono arrivate da H.C. Strache, capo della xenofoba Fpoe, attualmente in calo nei sondaggi, vista la forte concorrenza sugli stessi temi del ministro degli esteri, e nuovo leader del Partito popolare, Sebastian Kurz.