È stata inaugurata venerdì scorso nel carcere di Bologna una videoteca intitolata al regista Claudio Caligari. Negli scaffali 800 dvd, per altrettanti titoli di film, donati da Rai Cinema. I detenuti avranno a disposizione una selezione di lungometraggi da vedere durante piccole rassegne e cineforum che presto organizzeranno e gestiranno loro stessi. Si tratta di classici del cinema, uscite recenti e opere prime, italiane e straniere, del patrimonio Rai. Soprattutto commedie, ma c’è anche una piccola sezione di documentari, thriller e western.

UN’INIZIATIVA innovativa, ulteriore tassello di un più ampio progetto che solo un paio di mesi fa ha portato all’inaugurazione della prima sala cinematografica interna ad una casa circondariale e aperta al pubblico, AtmospHera, che nei prossimi mesi avrà una sua programmazione. Questo risultato è il frutto del lavoro dell’associazione Cinevasioni che dal 2016 organizza in carcere l’omonimo festival cinematografico oltre a laboratori di formazione. La saletta si trova nell’area penale dove i detenuti scontano pene di oltre cinque anni: i film sono stati ordinati digitalmente da una quindicina di loro, che hanno partecipato fra maggio e giugno ad un corso di catalogazione tenuto dal professor Davide Fioretto.

Durante le lezioni sono stati forniti gli strumenti per costruire un catalogo: oltre alle ore di teoria, una parte pratica per imparare a curare tutte le fasi a partire dai file excel, fino alla scrittura delle etichette e la divisione per genere, cosa che spesso ha generato qualche perplessità: «Solo sul western non avevamo dubbi», raccontano.
Non è casuale la scelta di dedicare la videoteca a Caligari, regista che ha rivolto il suo sguardo alla marginalità scardinando il linguaggio filmico. Il suo Non essere cattivo è stato programmato proprio durante la prima edizione del festival Cinevasioni.

«È STATA una cosa bellissima e nuova per me. Abbiamo incontrato splendide persone che ci hanno insegnato la storia del cinema, che ho imparato ad amare frequentando questo corso» racconta entusiasta Daverio. «Sono contento che ci siano persone che non vogliono ’buttare le chiavi’ delle celle e che invece si possano frequentare queste attività», dice Luigi. «È bello il cinema, è un momento di condivisione, ci fa stare insieme. In carcere ci sono due possibilità: o buttarsi su un letto oppure partecipare ai corsi. Io in carcere sono diventato una persona migliore».

E proprio questa è la forza di iniziative e progetti così: dare ai detenuti la possibilità di acquisire professionalità da poter usare una volta fuori, in questo caso creare nuove figure lavorative per catalogare e archiviare, come sottolinea Massimo Ziccone, responsabile dell’area educativa pedagogica del penale: «In questa sezione i detenuti scontano pene lunghe, per loro si apre una prospettiva ampia di intervento che consente una formazione specializzata». Fra gli auspici della nuova videoteca quello di poter creare un laboratorio continuativo che si occupi della catalogazione e aumentare la proposta di film grazie a nuove donazioni.

E SE DA «FUORI», dove le persone sono abituate a fruire di una vasta offerta di film su diverse piattaforme on-line, potrebbe sembrare un piccolo esempio, all’interno dell’istituto il formato dvd assume una valenza importante. «Una donazione significativa e utile per fare una riflessione anche su un lavoro altamente specializzato», aggiunge la direttrice del carcere Claudia Clementi. «Occorrono molti sacrifici e ci sono diverse difficoltà nell’organizzare iniziative in una casa circondariale, non è scontato aprire una sala cinematografica e una videoteca, inoltre i partecipanti al corso di catalogazione hanno scelto di passare il tempo in carcere in modo utile». Tutto questo è stato possibile grazie ai finanziamenti del gruppo Hera, di Fondazione del Monte, Comune e Università di Bologna.