A 45 anni dal golpe in Cile del generale Pinochet e l’omicidio di Victor Jara, otto soldati (in pensione) sono stati condannati a 18 anni di prigione per l’uccisione del noto cantante folk cileno e un nono a 5 anni per insabbiamento.

Non solo un musicista: Jara, membro del partito comunista cileno, grande sostenitore del presidente Salvador Allende, professore universitario, fu fatto prigioniero il giorno dopo il colpo di Stato e portato in uno stadio insieme ad altri migliaia di prigionieri politici. Picchiato e torturato, fu ucciso pochi giorni dopo. Il suo corpo, massacrato da 44 colpi
di pistola, fu abbandonato vicino al cimitero.

La moglie, la ballerina britannica Joan Turner, seppe della sua morte perché qualcuno, che lo aveva riconosciuto, l’aveva segretamente informata. Jara fu uno degli oltre 3mila oppositori politici e sostenitori del legittimo presidente torturati e uccisi tra il 1973 e il 1980, sotto la brutale dittatura di Pinochet, resa possibile dall’intervento Usa.