«Quando diciamo diritti, lo diciamo per tutti» ripeteva Olol Jackson. «Non sono un servo, sono un cittadino» aveva messo a verbale, di fronte al Tribunale di Vicenza, il 5 dicembre 2012, imputato in uno dei processi alle iniziative del presidio «No Dal Molin».

Olol Jackson – attivista vicentino, sindacalista di base con Adl – è morto il 30 settembre del 2017, improvvisamente, a 48 anni. Nel febbraio del 2018, un gruppo di persone amiche di Olol ha dato vita all’associazione «Caracol Olol Jackson», e iniziato a costruire un progetto di tutela dei diritti, fondato sulla cultura, sulla salute e sullo sport.

ENTRO I PRIMI GIORNI di marzo, questo progetto – «il nostro sogno collettivo» lo chiama Angela Di Biase, che fa parte del direttivo dell’associazione – avrà finalmente una casa, a Vicenza. Per poter acquistare lo spazio è partita a inizio febbraio una raccolta fondi nazionale, che continuerà fino a metà marzo. La sede del Caracol – un immobile di circa 1.500 metri quadrati – sarà uno spazio conviviale, dove coltivare relazioni e costruire comunità, uno spazio d’incontro ed educazione, un riferimento in città per trovare informazioni sui temi della prevenzione e tutela della salute, della formazione e dell’economia virtuosa.

«L’IMMOBILE riesce a rispondere a tutti i progetti che avevamo inserito all’interno del nostro sogno, grazie a una buona distribuzione degli spazi – spiega al manifesto Angela Di Biase -: al piano terra, che si sviluppa in lunghezza, dove c’era un negozio, ci saranno la palestra e un auditorium, e un bar-bistrot, con piccola osteria, legata allo spazio culturale. Al primo piano, uno degli appartamenti sarà dedicato all’ambulatorio popolare, un altro ospiterà la sede dell’Adl e due appartamenti saranno dedicati al co-housing».

L’ASSOCIAZIONE, infatti, si è posta come obiettivo di garantire un sostegno culturale, sanitario e sociale sul territorio. Fin dalla sua fondazione, il Caracol si è organizzato in gruppi di lavoro aperti alla cittadinanza e ha organizzato diversi incontri pubblici. Il gruppo «salute-sport» ha iniziato a riflettere sul diritto alla salute per tutti, confrontandosi con realtà nazionali, come Emergency, ma anche locali come la onlus Salute Solidale di Vicenza.

Olol Jackson

Lo scorso maggio, è stato organizzato il primo torneo di calcio a 5 del Caracol, con squadre provenienti da tutta la Regione. Alla fine di maggio 2018 l’associazione ha vinto un bando nazionale di Banca Etica e avviato un crowdfunding per realizzare «I sentieri di Caracol», dei percorsi podistici nella collina della Gogna, a Vicenza, dedicati a donne e uomini conosciuti nel mondo dello sport per il loro impegno contro le discriminazioni. Il gruppo «cultura» ha invece organizzato in occasione del 25 aprile 2018 il festival storico «L’arma della memoria»: dieci giorni di incontri, dibattiti e presentazione di libri sul tema delle Resistenze, dalla Grande Guerra ai conflitti contemporanei.

PER L’ACQUISTO dell’immobile, che era all’asta, l’associazione ha ottenuto un mutuo di 230mila euro. «Completeremo l’acquisto entro la prima settimana di marzo. Alla banca, una Bcc del territorio, avevamo chiesto 250mila euro – spiega ancora Di Biase -. Stiamo raccogliendo fondi con il crowdfunding anche per gli interventi che dobbiamo fare: le unità abitative sono in buone condizioni, tanto che contiamo di attivare l’ambulatorio popolare prima dell’estate, mentre al piano terra c’è bisogno di lavori di ri-organizzazone degli spazi, palestra, auditorium e bar-bistrot apriranno in autunno, comunque entro la fine del 2019».

NEL 2018, Caracol Olol Jackson ha staccato 143 tessere. I soci, gli amici e i loro famigliari hanno già finanziato l’associazione per 83mila euro. Risorse proprio fondamentali per accedere al mutuo. «L’immobile costa 288mila euro, ma prevediamo di spenderne 320-330mila in tutto» racconta Di Biase.

Un investimento per la comunità, le fa eco Francesco Pavin, anche lui «No Dal Molin», un altro degli amici di Olol, tra i soci fondatori del Caracol: «Serve uno spazio per praticare nuove forme di comunità – dice al manifesto -. Un antidoto alla scomposizione sociale esistente, di fronte a una guerra tra poveri che si nutre anche dell’isolamento, compreso quello dei social network, spazio virtuale dove esprimere un’opinione, simbolo però di un’assenza di dialogo e di spazi di socialità, quali erano le sedi politiche ma anche le parrocchie. Dentro la crisi che viviamo, una crisi di prospettive, da dove ricominciare?».

OLOL ERA STATO uno dei motori del presidio «No Dal Molin», una battaglia radicale che seppe trasformarsi in una radicalità di massa. «Per farlo, avevamo bisogno di un luogo, quel luogo fu un campo in mezzo alle rotatorie, e oggi possiamo ripensarci all’interno di una “casa” inserita in un contesto popolare delle città». L’immobile, la casa del sogno del Caracol, è uno strumento, «parte di una cassetta degli attrezzi che ci aiuti a costruire comunità» spiega Pavin.

«LA SCOMMESSA», aggiunge, è un’altra: «Che uno che vota a destra, un italiano, possa esser costretto a curarsi lì, nel nostro ambulatorio, possibilmente a fianco di un migrante». Per ripensarsi. Tutto il progetto – che comprende anche una scuola popolare, con professori e studenti impegnati a realizzare ogni settimana ripetizioni gratuite, ma anche corsi di alfabetizzazione e supporto didattico -, non vuole essere inteso come una forma di supplenza dello Stato. «Parliamo di diritti, come faceva Olol. Non entriamo in alcuna dinamica di assistenzialismo. Manteniamo il conflitto, e un sogno rivoluzionario, che si rifà a quello zapatista», sottolinea Pavin.

«FINO A POCHI ANNI FA avremmo sviluppato questo progetto in Chiapas, Palestina o Kurdistan, oggi invece sentiamo la necessità di realizzarlo nel nostro territorio, dove le diseguaglianze sono aumentate moltissimo», spiega il manifesto che lancia la campagna di crowdfunding. «Vogliamo sottolineare l’importanza della costruzione quotidiana di istituzioni alternative e welfare dal basso. Un modello di sviluppo sociale ed economico costruito su basi mutualistiche che oggi ha bisogno dell’aiuto di tutti noi per essere realizzato».

 

Come contribuire alla sottoscrizione

È possibile contribuire da tutta Italia alla campagna di crowdfunding. Con un versamento sull’Iban IT80Y0501811800000016690992 (Banca Etica), tramite PayPal dal sito www.caracolol.it oppure su Produzioni dal Basso http://sostieni.link/20560