I pendolari fermi alla stazione di Pioltello lo hanno visto passare tra le scintille che si alzavano dai binari. «Era come se ondeggiasse» raccontano. Un chilometro e mezzo dopo, la fine della corsa contro tre pali a lato dei binari, la terza carrozza di traverso. In mezzo, tra le lamiere, i corpi delle vittime. Tre donne hanno perso la vita, cinque persone gravi, una quarantina di feriti trasferiti negli ospedali, un centinaio le persone soccorse. Alle 8.30 gli elicotteri della protezione civile fanno ancora avanti e indietro dagli ospedali, i feriti meno gravi sulle barelle hanno la facce piene di sangue. L’incidente è avvenuto alle 6.57. La causa è nel cedimento della rotaia avvenuto circa un chilometro prima della stazione di Pioltello, lì il treno ha iniziato a sbandare, gli investigatori hanno poi visto i segni del deragliamento da quel punto.

LA LINEA è la Cremona-Milano, una delle più affollate della Lombardia. Il treno era diretto a Milano Porta Garibaldi e non doveva fermarsi a Pioltello, per questo ha proseguito in velocità, fuori asse, fino a quando la terza carrozza è uscita dai binari del tutto mettendosi di traverso. È stato un deragliamento lungo due chilometri e mezzo, in una tratta con quattro binari, dove passa anche l’alta velocità.

Le immagini mostrano il punto di rottura dei binari, dove manca un pezzo di rotaia di 23 centimetri. Causa o effetto del disastro lo diranno le indagini. L’ipotesi al momento più accreditata è quella del cedimento, della rottura del binario che ha fatto deragliare il treno. La manutenzione e i controlli su quella tratta, dice Rfi, vengono fatti ogni quindici giorni. L’ultimo passaggio era avvenuto l’11 gennaio scorso, poi dovrebbero esserci controlli a uomo, passaggi di personale nelle ore in cui non transitano i treni. C’è l’ipotesi che quella rotaia dovesse essere sostituita, in quel tratto erano in corso lavori di manutenzione e accanto al binario erano poggiate delle rotaie nuove. A luglio nello stesso tratto si era verificato un altro deragliamento, quella volta senza vittime e con feriti lievi.

«QUANDO HO SENTITO che il treno vibrava tanto ho azionato subito il freno, ma era già troppo tardi, era già fuori dai binari» ha detto il macchinista agli investigatori. Le testimonianze dei feriti nel centro di primo soccorso allestito a Segrate raccontano tutti la stessa dinamica: «il treno ha iniziato a barcollare, a muoversi vistosamente, poi abbiamo sentito rumori forti di lamiera e ci siam ritrovati a terra». Un uomo di origine cinese alle 9.30 non sa ancora che fine abbia fatto suo figlio. «Mi ha chiamato subito dopo l’incidente, diceva di avere il braccio insanguinato e dolori alle gambe, ma riusciva a muoversi e parlare. Mi ha detto di chiamare i soccorsi, poi mi ha salutato e non sono più riuscito a richiamarlo». Le operazioni di soccorso e messa in sicurezza sono state lunghe, gli ultimi feriti sono stati estratti attorno alle 10. È il treno dei primi pendolari che vanno a lavorare a Milano. Molti di loro stranieri, lavoratori dei servizi, della logistica. A Segrate si scende per andare a lavorare nei magazzini dell’Esselunga che qui ha uno dei centri logistici più importanti del nord Italia. Si vedono i container oltre il treno deragliato, un muro di container. È la zona industriale tra Pioltello, Segrate e la cintura est esterna di Milano. C’è lo scalo merci.

LE TRE DONNE che hanno perso la vita sono Giuseppina Pirri, 39 anni, ragioniera, Pierangela Tadini, 51 anni, che viaggiava con la figlia Lucrezia, ferita nell’incidente ma non in pericolo di vita, e Ida Milanesi, 61 anni.

La Procura di Milano indaga per disastro ferroviario colposo. Nelle prossime ore verranno iscritti nel registro degli indagati come atto dovuto i responsabili legali e della sicurezza di Rfi, Rete Ferroviaria Italiana. Potrebbero esserci altre iscrizioni come quelle di alcuni responsabili di Trenord. Al momento il fascicolo è a carico di ignoti. La circolazione ferroviaria sulla tratta resterà interrotta finché l’autorità giudiziaria non disporrà il dissequestro dell’area.

All’origine del deragliamento il cedimento dei binari, quei 23 centimetri di rotaia mancante a un chilometro dalla stazione di Pioltello. Le prime due carrozze sono passate senza danni, la terza ha oscillato, è andata fuori asse e si è poi messa di traverso. Il convoglio era governato dalla prima carrozza ma era spinto dall’ultima, come avviene frequentemente sui treni regionali. Rfi ha ammesso subito il cedimento strutturale. Sono sue le responsabilità sulla manutenzione della linea, Trenord, la società per metà della Regione Lombardia e per metà di Trenitalia, ha competenza sui treni. Guardando il punto di rottura della rotaia si vede che l’unione tra le due rotaie è come sospesa, non poggia sulle traversine. C’è un elemento strano, la presenza di un tacco di legno sotto la rotaia, quasi a sostenerla come se fosse un punto debole.

TUTTI ELEMENTI da valutare e che saranno materia d’indagine. Ma è la manutenzione, in questo momento, ad essere sotto accusa. Quella era una zona interessata da lavori di manutenzione dove il 23 luglio scorso c’era già stato un deragliamento senza vittime. Accanto ai binari altre rotaie nuove. Significa che erano in corso delle sostituzioni.

«Noi riteniamo che sia un problema di manutenzione» dice Andriano Coscia del sindacato Orsa. «Oggi le condizioni di circolazione sono sicure su queste linee, il problema si sposta sulla garanzia e sulla corretta manutenzione, sia per l’infrastruttura che per il trasporto». Ma è cambiato qualcosa rispetto al passato? «È cambiato che prima le manutenzioni le facevano i ferrovieri» dice ancora Coscia, «oggi al 90% vengono esternalizzate per una questione di costi». Per Stefano Malorgio della Filt Cgil Lombardia «si tratta di una dinamica strana, con elementi anomali da chiarire». In prefettura a Milano è arrivato anche il ministro dei trasporti Graziano Delrio, «abbiamo attivato una commissione ministeriale» ha detto il ministro, che ha difeso il sistema ferroviario italiano. «È certamente uno dei più sicuri al mondo ma vogliamo la verità, che la si accerti rapidamente. La sicurezza è la nostra priorità, in particolar modo nelle reti dei pendolari». Quelle che in Lombardia contano 25 comitati che quotidianamente segnalano ritardi e disservizi e che giovedì mattina si sono svegliate con una tragedia e un grosso problema di sicurezza, su una linea che vede transitare oltre 400 treni al giorno. Disagi, rallentamenti, spesso dovuti proprio a lavori di manutenzione o ammodernamento della linea. I macchinisti sono avvisati, rallentano, i pendolari sono abituati a questi rallentamenti lontani dalle stazioni. Una rete affollata che ha bisogno di cura, attenzione, manutenzione, investimenti.

MA IN QUESTI ANNI le osservazioni dei pendolari sono finite alla voce «lamentele», il dialogo con la Regione è stato spesso difficile. Sufficienza che ha guidato Trenord anche nella comunicazione agli altri pendolari dell’incidente. «A causa di un inconveniente tecnico in prossimità della stazione di Pioltello la circolazione è al momento interrotta» è stato il messaggio che per ore Trenord ha diffuso da tutti i suoi canali comunicativi. In serata le scuse: «ci scusiamo per l’utilizzo in un tweet di un termine non appropriato alla circostanza. La nostra intenzione non era quella di minimizzare l’accaduto». Fine delle trasmissioni.