Già li vedo avanzare come un triste calvario i nostri prossimi viaggi sui mezzi pubblici. È vero, ci saranno vantaggi come mai più pigia pigia, ascelle a ridosso del naso, ingombranti vicini che ti schiacciano fra due sedili, impertinenti zaini che ti colpiscono alle spalle. Tuttavia, riesco a immaginare i futuri viaggiatori di tram, autobus, treni che ogni mattina dovranno andare al lavoro in un solo modo: sarà durissima.

Visualizzo i futuri spostamenti come da raccomandazioni da Fase2 e penso a come si farà a mantenere un metro di distanza su tram come, per esempio, quelli milanesi progettati nel 1928 e ancora attivi su molte linee, belli, corti, rumorosi, di impervia salita e con panchette di legno senza divisori che, quando il tranviere frena un po’ bruscamente, scivoli di due o tre posti di lato. Immagino le file di attesa con persone a debita distanza e che si snodano per interi marciapiedi, il mezzo che arriva ma non si ferma perché è già al massimo carico, e intanto le mezz’ore passano. Provo a figurarmi la nuova vita delle metropolitane connesse con le stazioni ferroviarie che in certe ore della giornata ingurgitavano persone neanche fossero lo stomaco di Gargantua e Pantagruel e che nella nuova era dovranno selezionare gli ingressi con il contagocce. Non vorrei essere nei panni di un pendolare che ogni mattina arriva nella metropoli da convogli già in ritardo. Che farà tutta questa gente che già si deve alzare all’alba se anche sui treni dovranno viaggiare a scacchiera? Si sveglierà un’ora prima o tornerà a prendere l’auto, intasando così strade già convulse?

Mai come nella Fase 2 si capirà quanto sono importanti i mezzi di connessione puliti, rapidi e frequenti, le piste ciclabili, le corsie preferenziali. Mai come nel prossimo futuro si sognerà di avere città piene di parchi, perché camminare sarà il nuovo mezzo di locomozione e farlo nel verde è tutta un’altra cosa che praticarlo nel traffico. Le scarpe col tacco subiranno un crollo di vendite e magari sarà la volta buona che gli stilisti la smetteranno di disegnare robe che ci massacrano i piedi.