Dietro a una preparazione tradizionale, a una varietà vegetale, una razza animale può esserci una lunga storia. E attorno a ogni prodotto o preparazione vive una comunità. Nel 2000 chiamammo Presìdi Slow Food gli interventi mirati a salvaguardare o rilanciare le produzioni alimentari artigianali e tradizionali che rischiavano di scomparire, perché con esse sarebbero spariti valori e saperi trasmessi per generazioni. Dopo quasi vent’anni possiamo dire che, in tutto il mondo, attorno ai Presìdi si è creata una comunità, fatta dai produttori, ma anche dai cuochi che scelgono di valorizzarli nei loro menù, dagli esperti e accademici con cui collaboriamo per avviare i progetti di tutela e dai tanti consumatori che decidono di premiarli mangiandoli.

Queste comunità hanno fatto sì che oggi i Presìdi Slow Food non solo rappresentano un baluardo nel rafforzamento della biodiversità, ma si fanno motore di un territorio e delle popolazioni che lo abitano. Né è un esempio Slow Food Travel, neonato progetto della Chiocciola. È un modello di viaggio altro, fatto di incontri e scambi con agricoltori, casari, pastori, norcini, fornai, viticoltori che, insieme ai cuochi, sono i narratori della loro terra e guide ideali nella conoscenza della gastronomia, della storia e delle tradizioni locali. Al momento la nostra rete propone tre ipotesi di viaggio (valli dell’alto Tanaro e montagne biellesi in Piemonte, Alpe Adria in Carinzia) che vi invitiamo a esplorare (tutte le coordinate sul sito www.slowfood.it). Non si tratta solo di viaggiare, ma di entrare a contatto con chi vive della terra che vi ospita.

Questo modello di viaggio è lo stesso che propongono due ragazzi messinesi, innamorati della loro terra. Tommaso Ragonese (testi) e Marco Crupi (fotografia) sono i fondatori di Slow Sicily molto più di un sito di viaggio, piuttosto possiamo definirlo un luogo dove poter conoscere «quella Sicilia che non si vede, di cui non si parla e che tanti siciliani stessi scelgono di ignorare», come ci raccontano. E per restituirci questa Sicilia decidono di visitarla in bicicletta in un lungo viaggio di 80 giorni: «Qualcuno ci ha chiesto se avevamo qualche peccato da espiare. In realtà abbiamo scelto la bicicletta per cogliere ogni dettaglio. Dalla bici si vede un altro mondo e davvero non è la meta a sorprendere, ma il viaggio», racconta Marco. «Inoltre volevamo compiere un viaggio che producesse meno emissioni possibili», aggiunge Tommaso. E i Presìdi Slow Food? «Se della Sicilia è rimasto qualcosa di indiscutibilmente positivo nell’immaginario collettivo, si tratta forse del cibo. Pochi sanno, però, che il patrimonio di biodiversità e tradizione legato alla nostra gastronomia corre il rischio di scomparire o venire adulterato dalle leggi del commercio e della produzione industriale. Per questo partiti proprio dai produttori Slow Food, consapevoli del valore del loro lavoro, dell’importanza di trasmetterlo alle generazioni future e di diffonderlo». Sono andati a trovare dozzine tra contadini, apicoltori, casari e pescatori riuniti nei Presìdi. «Per ognuno abbiamo realizzato un’intervista, un reportage fotografico e un racconto testuale». Leggetevi le storie su slow-sicily.com e regalatevi il viaggio in Sicilia che avreste sempre voluto fare.