La storica sede del Corriere della Sera in via Solferino è stata venduta. Le proteste dei giornalisti e la raccolta di firme on-line per fermare l’operazione cadono nel vuoto e i soci di controllo di Rcs tirano dritto: è stato firmato il contratto preliminare per la cessione dell’edificio al fondo americano Blackstone, che per ora ha versato 10 milioni di acconto sui 120 del valore dell’immobile.
L’atto conclusivo dell’accordo con Blackstone si avrà entro fine anno. L’operazione prevede anche che sia siglato un contratto d’affitto di nove anni (rinnovabili per altri sei) per gli immobili che ospitano il Corriere e la Gazzetta dello Sport, per un valore di 2 milioni all’anno.

Ieri, nel giorno in cui si riuniva il consiglio d’amministrazione, si è tenuto un presidio davanti all’ingresso principale del palazzo che dal 1904 ospita la redazione del Corsera. I lavoratori del quotidiano contestavano l’operazione «di svendita», il «colpo alla solidità patrimoniale di Rcs Mediagroup», chiedendo agli azionisti di Rcs (Fiat, Mediobanca, Intesa, Pirelli, Della Valle, famiglia Rotelli, Cairo e Unipol) di bloccare la cessione per non consegnare «alla finanza speculativa» l’immobile. Niente da fare.
Il consiglio d’amministrazione di Rcs ieri ha approvato i conti dei primi nove mesi del 2013. Il rosso è sceso a 175,3 milioni, in miglioramento rispetto ai 380,5 dello steso periodo dell’anno scorso. I ricavi sono calati del 13,8% a 965 milioni. Il gruppo ha confermato la previsione per fine anno di «un risultato netto significativamente negativo». In flessione anche i ricavi pubblicitari (-21,1%) a 337,9 milioni. I debiti netti della società arrivano ora a 547,4 milioni dagli 845,8 milioni al 31 dicembre scorso, anche per l’effetto dell’aumento di capitale da 400 milioni di euro.