Via Lucca 11, 22 dicembre, ore 19: è qui, in questa serata prenatalizia in un quartiere Italia paralizzato dallo shopping, che è stata inaugurata la sede di Sinistra Italiana della II circoscrizione. Intitolata stavolta a Valentino Parlato.

Siamo a poca distanza dalla storica sezione Italia del Pci, che si trovava a via Padova. Quella cui era iscritto Pietro Ingrao ( e la sua numerosa famiglia). Ora, a via Catanzaro, anche questa non molto più in là, c’è quella del Pd. Ci sono stata poco più di un mese fa, perchè il circolo dei «Giovani del Pd» (che è collocato nello stesso locale), ha deciso di prendere il nome di Alfredo Reichlin, da poco defunto.
Alla cerimonia eravamo presenti in molti, tanti gli autorevolissimi amici di Alfredo; e tutti un po’ perplessi perchè proprio poco prima di morire Reichlin – che pure è stato uno di quelli che fino all’ultimo ha continuato a dire «il partito» riferendosi anche a tutte le numerose reincarnazioni del Pci – aveva finito per gettare, anche lui, la spugna. E lo aveva scritto all’Unità.

Insomma: Valentino si trova ora a presidiare un quadrilatero storico. Che sia così è stato visibile in questa inaugurazione: il piccolo locale di via Lucca era affollato da compagni dalle più svariate provenienze. C’erano i «vecchi» di SEL e quelli approdati da via Catanzaro, per ondate successive e sempre più accelerate. E poi un bel po’ di compagni ex Pdup ( ne trovo sempre tanti che devono essersi moltiplicati da quando, più di trent’anni fa, quel partito si è sciolto). E altri ancora, che avevano lasciato perdere tutto e ora gli è tornata voglia di impegnarsi.
So bene che ci sarà qualcuno che dirà: ecco un bell’esempio di come la sinistra non faccia altro che litigare e spaccarsi. E’ una battuta che mi irrita, perchè sebbene io sia, come quasi tutti, per l’unità della sinistra, non è vero che ci si divide perchè abbiamo cattivo carattere, me perchè – basterebbe anche solo la fuga di ben 29 senatori del Pd dall’aula dove si votava lo Ius Soli – a confermare che ci sono momenti nella storia in cui andarsene da un partito è sacrosanto. L’importante è continuare ad impegnarsi nell’obbiettivo di riaggregarsi.

Siamo tutti contenti di questa «carica» che è stata offerta a Valentino. Ne è molto fiero anche Ilya, il nipotino di Valentino, presente l’altra sera alla cerimonia con la nonna Delfina e la mamma Valentina. Ho detto «carica», perché essere il nome di un circolo è un ruolo, e averglielo dato è stata per Sinistra Italiana, e per Barbara Auleta che è segretaria di questo circolo, una scelta politica non irrilevante: è un riconoscimento al Manifesto, naturalmente – e non è poca cosa – e a Valentino, che era quel giornale ma come sappiamo anche molto di più. In questo «di più» ci metto non solo le sue doti di intelligenza e ironia, ma anche quella di non rassegnarsi e ritirarsi nello scontento brontolio così comune- aihmè – fra i tanti compagni che pensano non ci sia più niente da fare per la sinistra. E irridono a chi continua a provarci. Valentino no: a Sinistra Italiana, dopo aver partecipato, ormai parecchi mesi fa, alla assemblea costituiva romana, aveva voluto iscriversi. Un investimento di fiducia, un gesto importante per tutti.