Dopo quattro mesi di purgatorio, Roberto Rustichelli si avvia a conquistare la presidenza dell’Autorità antitrust, carica vacante da ottobre 2018. Scelto a dicembre dai presidenti di camera e senato tra 122 candidati, Rustichelli che è giudice del tribunale delle imprese a Napoli è rimasto in attesa del via libera del Consiglio superiore della magistratura che doveva collocarlo fuori ruolo. Decisione difficile, perché la legge Severino vieta ai magistrati di restare fuori dai ruoli per più di dieci anni e Rustichelli è in questa condizione da oltre undici. Ma nella terza commissione del Csm si è formata una maggioranza favorevole a un’interpretazione elastica della norma, passata ieri con i voti del commissario laico di Forza Italia, dei togati della corrente di destra Magistratura indipendente e di quello decisivo del magistrato della corrente centrista Unicost. Contrario il togato di Area, la corrente di sinistra, astenuto il laico indicato dal Movimento 5 Stelle. Con questa maggioranza, la prossima settimana il plenum ratificherà facilmente la decisione e Rustichelli potrà approdare alla guida dell’Antitrust, senza doversi dimettere dalla magistratura.

L’interpretazione maggioritaria è stata che sui limiti della Severino – chiarissimi: massimo dieci anni fuori ruolo per tutti i magistrati salvo membri del governo, cariche elettive e componenti delle corti internazionali – prevale una legge del 2005 che ne cambia un’altra del 1999 e consente di andare oltre i dieci anni in caso di incarichi alla Corte costituzionale o alle autorità indipendenti. Come l’Antitrust. Solo che quella norma si riferisce a tutti i dipendenti pubblici, legge generale, e non dovrebbe prevalere sulla legge speciale Severino che riguarda i magistrati ed è oltretutto successiva (2012). Ne era ben consapevole lo stesso Csm, che nel parere sulla legge Severino approvato il 24 ottobre 2012 si lamentava che non si fosse fatta eccezione al limite dei dieci anni di aspettativa per gli incarichi presso la Corte costituzionale, evidentemente considerando non applicabile la più vecchia norma generale.

E invece la saldatura tra il centrodestra politico e quello in toga ha consentito di sbloccare la promozione di Rustichelli, fortemente voluto dalla presidente del senato Casellati. E con un curriculum di consulente o vice capo di gabinetto di vari ministeri e di palazzo Chigi, prevalentemente durante i governi Berlusconi. Amaro il commento di Giovanni Zaccaro, membro togato della terza commissione, in una dichiarazione diffusa con i colleghi di Area al Csm, Cascini, Dal Moro e Suriano: «Da tempo si discute sulla necessità di regole più stringenti sui fuori ruolo per evitare la creazione di carriere parallele. La legge Severino fissando limiti massimi di permanenza fuori ruolo, rigorosi e valevoli per tutti, ha accolto le istanze della magistratura associata. È un peccato che alcuni abbiano scelto un’interpretazione che privilegia l’eccezione alla regola».