Uno sconto di pena pari a un giorno ogni 10 vissuto in celle sovraffollate e un risarcimento di 8 euro, per chi è già uscito dal carcere, per ogni giornata di detenzione trascorsa in condizioni non conformi alle indicazioni della Corte dei diritti dell’Uomo e tali da determinare il «trattamento disumano e degradante» che è costato all’Italia la condanna emessa nel gennaio 2013 con la sentenza pilota «Torreggiani». È questo il «rimedio compensativo» richiesto dagli stessi giudici di Strasburgo che ieri è stato varato dal Consiglio dei ministri in un  decreto legge che continene anche  alcune modifiche al codice di procedura penale, tra le quali  il divieto di disporre la custodia cautelare per le pene fino a 3 anni.

La misura, già anticipata dal manifesto (il 6 giugno 2014), rientra fra quelle vagliate e approvate dal Consiglio d’Europa a inizio giugno, quando il ministro di Giustizia Andrea Orlando volò proprio a Strasburgo per mostrare tutti i provvedimenti adottati in contrasto al sovraffollamento carcerario, riuscendo così ad evitare le sanzioni europee. Sono più di seimila, infatti, i ricorsi già presentati alla Cedu da detenuti italiani, in attesa di risarcimento.

«Abbiamo evitato procedure di infrazione» che sarebbero costate allo Stato più del doppio di quanto si andrà a spendere ora, ha spiegato la ministra dei Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi replicando alle proteste della Lega e dei sindacati di polizia penitenziaria. Boschi ha poi assicurato che la riforma più complessiva del sistema giudiziario sarà varata nel Cdm del 30 giugno prossimo.