Il ministro della salute salta, arrivano i militari: è la risposta tunisina a una crisi sanitaria incontrollabile. Da settimane la Tunisia è diventata l’epicentro dei contagi in Nord Africa, a causa della fallimentare gestione sanitaria, dei mancati controlli e dello scarso rispetto delle regole di comportamento.

Gli ultimi dati, diffusi martedì sera, parlavano di oltre 6.500 contagi e 117 morti in 24 ore, numeri che portano il bilancio totale a 554.911 casi di Covid-19 e quasi 19mila morti. A preoccupare è la tenuta degli ospedali, ormai al collasso e incapaci di far fronte alla pandemia per la mancanza di dispositivi di base, a partire dai respiratori: i medici denunciano l’assenza di ossigeno e la morte certa dei ricoverati senza interventi immediati.

Ieri il primo ministro Mechichi – che visitando un ospedale di Ariana aveva parlato di «stato di guerra» – ha rimosso il ministro della salute Fawzi Mehdi. Ne prenderà il posto ad interim il ministro degli affari sociali Mohamed Trabelsi.

E mentre resta il caos vaccini (il ministero della salute aveva sospeso la somministrazione di Sinopharm e AstraZeneca durante gli Open Day per «evitare assembramenti»), il presidente Saied ha annunciato il passaggio delle consegne all’esercito: saranno i militari a gestire gli ospedali.