È stato adottato oggi il Global compact, patto Onu per una «migrazione sicura, ordinata e regolare». Un’approvazione immediata, senza votazione né firma. Del resto, i paesi contrari si erano già espressi, disertando peraltro il summit intergovernativo che si è aperto oggi a Marrakech, per chiudersi domani. Presenti 164 paesi dei 193 membri delle Nazioni Unite.

«OGGI VIENE ADOTTATA una roadmap per evitare sofferenze e caos»: così il segretario generale Onu Guterres, sottolineando l’importanza di «non cedere alle false narrazioni in materia d’immigrazione» e di superare le «menzogne sul patto». Una frase riferita alle critiche dei paesi che si sono rifiutati di aderire, o che hanno congelato la decisione: come l’Italia, ancora in attesa del voto parlamentare in merito al compact, e unico paese a non essere presente tra quelli che si affacciano sul Mar Mediterraneo. Tra gli altri assenti, gli Usa, insieme a Australia, Cile, Israele e, in Europa, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Austria, Slovenia, Bulgaria, Svizzera.

Venerdì scorso, gli Stati uniti avevano nuovamente attaccato il patto, indicandolo come il «tentativo dell’Onu di far avanzare una governance globale, a spese della sovranità degli stati». Una polemica ripresa dagli stati contrari al documento, cui Guteress ha esplicitamente risposto, evidenziando ancora una volta il rispetto della sovranità nazionale, apertamente ribadita nei principi fondativi del compact. Di fatto, il patto è dunque una piattaforma di valori, basata sui principi contenuti nella Carta delle Nazioni Unite, e sulla Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo, della quale proprio il 10 dicembre si festeggiano i 70 anni: ma nulla di operativo. Tanto che è proprio su questo che sono arrivate le maggiori critiche delle associazioni a tutela dei diritti umani. «Purtroppo, la natura non vincolante del patto fa si che la sua attuazione si fondi sulla buona volontà degli stati», ha commentato Amnesty con le parole del rappresentante Perseo Quiroz.

IL MAGGIOR SOSTEGNO al compact è arrivato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, il cui discorso è stato accolto dall’ovazione dei presenti. «Il Global compact approvato oggi è una pietra miliare per un approccio multilaterale al fenomeno migratorio», ha dichiarato Merkel, soffermandosi sulla necessità di lavorare insieme: «La gestione di un fenomeno globale quale quello delle migrazioni non può essere affidata a paesi singoli, ma solo alla comunità internazionale nel suo insieme». Mettendo in luce la necessità di garantire canali di ingresso legali, la cancelliera, piu che soffermarsi sul dovere di tutelare la sicurezza dei migranti, ha parlato dell’obbligo di togliere spazi di manovra alle mafie e ai trafficanti, in funzione soprattutto degli apporti positivi dell’immigrazione per i paesi di ingresso. «Le migrazioni sono un fenomeno normale. E quando sono legali, sono una cosa positiva, possono portare prosperità. Nei molti luoghi in cui la fertilità è in declino e l’aspettativa di vita è in aumento, senza immigrazione le economie dei paesi piu sviluppati ristagneranno. Questi paesi hanno bisogno di migranti su diversi aspetti, dalla cura degli anziani alla prevenzione del collasso dei servizi sanitari», ha dichiarato la cancelliera.

In generale, le parole di Merkel non hanno trovato grande eco in Europa. In particolare in Belgio la questione ha creato una forte spaccatura, portando ad una crisi di governo in Belgio: la decisione del premier Charles Michael di partecipare al summit ha portato i nazionalisti fiamminghi dell’N-Va, a ritirare i propri ministri dall’esecutivo.

«Per il momento, il Patto mondiale, porta con sé una promessa che la Storia giudicherà. Non è ancora il momento di celebrarne la riuscita. La sfida di questa conferenza è mostrare che la comunità internazionale ha preso la decisione di agire in maniera solidale e responsabile rispetto al tema della migrazione»: cosi il Re del Marocco Mohammed VI per bocca del primo ministro Saad Eddine El Othmani.

L’ULTIMO PASSO ora arriverà il 19 dicembre a New York, quando il documento sarà oggetto di un ultimo voto di ratifica. Proprio guardando a questa data, la società civile italiana, rappresentata durante il summit dall’Associazione Ong Italiane, ha chiesto al governo guidato da Conte «di confermare il sostegno che l’Italia ha già dimostrato in fase di negoziazione del testo».