Prevenzione e sensibilizzazione: così si contrastano, soprattutto, la violenza sessuale e il femminicidio. Per questo ieri – in una Giornata internazionale dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne – in tutta Europa si sono svolte manifestazioni e iniziative, simbolicamente listate di rosso, per fermare le violenze domestiche e le morti, nella convinzione che per farlo occorra costruire soprattutto una nuova visione della relazione tra i due sessi. In Italia dall’inizio dell’anno sono 128 le donne uccise dal proprio partner. E, secondo la denuncia dell’assessore regionale della Lombardia, Viviana Beccalossi, «il 90% di violenze domestiche e abusi sessuali non viene nemmeno denunciato per paura di ricevere ritorsioni». Per fare un raffronto si può prendere la Turchia, per esempio, dove secondo i dati ufficiali da gennaio 136 donne sono state uccise da mariti o ex compagni. Nel nostro Paese, dal ’96, anno dell’approvazione della nuova legge sulla violenza sessuale, al 2012 le denunce di violenze sessuali – pur in presenza di un sommerso – sono aumentate del 400%. Il 70% degli stupri sono commessi dai partner o ex e secondo l’Istat 7 milioni 134 mila donne in Italia hanno subito o subiscono violenza psicologica dal partner attuale.Tuttavia appena il 18,2% delle vittime di violenza domestica la considera un reato.

L’Italia, che con la recente legge contro il femminicidio si è data un ulteriore strumento repressivo della violenza maschile e nel maggio scorso ha ratificato la Convenzione di Istanbul, non è però in regola con tutte le direttive europee in materia: in particolare quelle sulla tratta di esseri umani, sull’Ordine di Protezione Europeo e sulla tutela delle vittime di violenza. A denunciarlo è stata ieri l’europarlamentare progressista Silvia Costa che ha spiegato come «la direttiva obbliga gli stati membri a sviluppare una comune strategia non solo nella repressione ma anche nel reinserimento delle vittime, e prevede un coordinatore nazionale antitraffico che entrerà a far parte del network dei 28 stati membri con il coordinatore europeo antitraffico già designato, Mirya Vassiliadou».

La violenza sulle donne ha anche un risvolto finanziario: costa 17 miliardi, se si conteggia tutto ciò che viene speso in ricoveri ospedalieri, cure mediche, ore non lavorate e conseguenze sui minori.