Ora c’è anche l’annuncio ufficiale. Il vertice Trump-Putin si terrà a Helsinki il 16 luglio prossimo. Lo spostamento di un giorno della data dell’incontro rappresenta un gesto di cortesia dell’amministrazione Usa visto che il 15 si svolgerà a Mosca la finale dei campionati del mondo di calcio a cui saranno presenti molti capi di Stato e personalità.

Si vocifera che anche Trump avrebbe voluto presenziare, ma tale eventualità avrebbe irritato oltremodo l’alleato britannico che aveva definito Mosca 2018 una manifestazione in stile nazista.

L’incontro potrebbe condurre a un mutamento dei rapporti tra i due paesi dopo quasi due anni di presidenza Trump. Il presidente Usa, come è risultato evidente nel caso coreano, è personaggio imprevedibile e non è un mistero per nessuno che, malgrado tutto, abbia sempre cercato delle vie per giungere a dialogare con la Russia.

Del resto i segnali perché l’incontro possa riservare importanti sorprese ci sono tutte. A partire dalla location, Helsinki, già sede di accordi importanti per il disarmo e la cooperazione tra le superpotenze del passato. Ma anche alcuni particolari fatti filtrare dai due staff fanno pensare che non si tratterà solo di un incontro di routine.

Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino ha affermato che «l’incontro si potrebbe concludere con una dichiarazione comune» e quindi contenere l’annuncio di accordi perlomeno metodologici su come affrontare i più importanti temi di disaccordo.

Inoltre l’incontro sarà anticipato da meeting preparatori dei capi delle rispettive diplomazie Mike Pompeo e Sergey Lavrov, segno che si entrerà nei dettagli dei temi sul tappeto. «C’è una vasta gamma di argomenti di cui il presidente affronterà – ha affermato il vice presidente Usa Mike Pence in un’intervista a Bloomberg – e in primo luogo questione degli armamenti, Siria e Ucraina».

Viene così confermata l’agenda dell’incontro, ma con in più un occhio ai rapporti economici: l’interscambio tra i due paesi nel 2017 dopo le messe di sanzioni e contro-sanzioni è crollato sotto i 20 miliardi di dollari ed è probabilmente interesse comune rianimarli.

Mentre molti alleati restano cauti sul summit di Helsinki, Downing Street sin da ieri ha aperto un fuoco di sbarramento contro il vertice. Il Times riprendendo le preoccupazioni circolanti in «ambienti ministeriali» ieri riferiva che «i ministri britannici sono preoccupati che Trump possa abbassare il suo impegno in Europa e giungere a un compromesso sulla questione della difesa della Nato contro l’aggressione russa».

Il governo May teme che a Helsinki si giunga a un accordo che preveda «la non partecipazione degli Stati uniti alle esercitazioni Nato in Norvegia in autunno, che permetterebbero risparmi significativi di cassa per gli Usa». Secondo i britannici Trump starebbe persino «valutando di accordarsi sull’annessione della Crimea, di ammorbidire le sanzioni contro la Russia in cambio di un cessate il fuoco in Ucraina orientale».