Si sono riuniti ieri a Praga i partiti nazionalisti e xenofobi che a Strasburgo aderiscono al gruppo Europa delle Nazioni e delle Libertà (Efn).

A fare gli onori di casa il movimento Libertà e Democrazia Diretta guidato dall’ex imprenditore Tomio Okamura. La formazione ha ottenuto nelle ultime elezioni della Repubblica Ceca ben mezzo milione di voti e 22 deputati, formando il terzo gruppo più forte alla Camera.

Le principali mascotte del meeting sono la presidente del Front National Marine Le Pen e il leader del Partito per la Libertà olandese Geert Wilders. A Praga sono arrivati anche leader minori di altri partiti, ad esempio Lorenzo Fontana della Lega Nord e i rappresenti del Fpoe austriaco.

La scelta di Praga non è casuale.

Nei movimenti e partiti anti-Islam e anti-migranti i paesi del centro Europa vengono visti sempre di più come un modello da seguire in polemica con l’approccio «multiculturalista». «Noi oggi in Occidente siamo completemente distrutti» ha detto Wilders. Soprattutto sul tema dei profughi, i «Paesi di Visegrad» (Polonia, Rep. Ceca, Slovacchia e Ungheria) sono visti come il bastione contro le politiche di Bruxelles.

Questi partiti agitano spettri che si rifanno, in parte, alle tesi sul «grande rimpiazzo» dovuto a una forte crescita della popolazione di fede islamica in Europa. Per contrastarli propongono muri ma anche interventi legislativi.

A Praga, ad esempio, il movimento di Okamura aveva proposto la messa al bando della Sharia e dell’Islam dichiarato non una religione ma un’ideologia politica. Una proposta in palese contrasto con la Costituzione.

Più difficile trovare l’accordo sull’Europa. «Non rinunceremo mai allo stato nazione ha avvertito Marine Le Pen – Ogni paese deve decidere per conto suo. Auspichiamo che ci siano forme di cooperazione tra gli stati ma queste collaborazioni non devono essere obbligatorie». La presidente del Fronte Nazionale ha anche accusato l’Unione Europea di aver fallito sui temi come la povertà o la disoccupazioni.

Dal canto loro, i padroni di casa mettono in chiaro che nella loro visione di un’Europa a moltissime velocità il capitale deve continuare a godere dei suoi privilegi. «Vogliamo mantenere il libero movimento delle merci, del capitale e dei servizi» dichiara il movimento Libertà e Democrazia Diretta.

La formazione Europa delle Nazioni e delle Libertà non è molto influente nel Parlamento Europeo e Marine Le Pen e Geert Wilders hanno registrato di recenti cocenti perdite elettorali.

Non è così però per tutti i soci della compagnia. Gli austriaci della FPOE sono entrati al Governo, la Lega vorrebbe farlo grazie all’accordo con Berlusconi e Okamura potrebbe fare il socio silente nel voto di fiducia al nuovo governo ceco (Okamura è diventato vicepresidente della Camera dei Deputati e ha strappato la presidenza della Commissione Difesa grazie alla complicità con il movimento del nuovo premier Andrej Babis).

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Il meeting è stato accolto però anche da proteste e critiche di altre formazioni politiche.

Molto dure le parole del presidente del Partito Pirata, anch’esso terza formazione alla Camera, Ivan Bartos. «Costruiscono la loro politica alimentando la paura nelle persone per ottenere voti – ha scritto Bartos – Non portano alcuna soluzione ma diffondono paura e odio. La loro unica risposta e offerta è solo la ricerca di un colpevole».

Contro la riunione dei partiti nazionalisti hanno protestato anche le associazioni antirazziste e antisessiste, che hanno dato vita due manifestazioni partecipate da centinaia di persone. Gli organizzatori avvertono che nel Paese sta montando un pessimo clima .

A ottobre si è scatenata una campagna d’odio in seguito alla foto di una classe di prima elementare con alunni di orgine rom, araba e vietnamita a Teplice diffusa su un quotidiano locale. Inoltre nelle ultime settimane si sono verificati a Praga e a Ostrava alcuni attachi contro stranieri e persone di colore.

Anche in Repubblica Ceca il nazionalismo ha cominciato a picchiare forte.