Cade la neve e ricorda natali più felici. Anna, tornata dal lavoro, è preoccupata. Carlo le ha messaggiato che andava a farsi un giro. È buio, non è ancora tornato e il cellulare non prende. Qui al cohousing ci connettiamo tutti. Anche Luigi, amico di sempre, non ne sa nulla. Anna ci dice che per Carlo, guarito dal Covid, ogni scusa è buona per uscire. «Fidiamoci, dice l’Ernesto, ha sale in zucca». Luigi ci racconta le loro recenti passeggiate in città per sentirsi in contatto con gli altri umani. Carlo gli ha confidato le terribili paure in ospedale, ma anche quel sentirsi insieme e solidali, malati e personale sanitario, generosi di parole e gesti gentili e affettuosi. Quel sentirsi fratelli. Dopo un’ora di ragionamenti e timori, arriva la chiamata di Carlo: il cellulare non prendeva. Di lì a poco è a casa. È andato da Gianni, 80 anni, che vive solo nella baita sperduta sulla Serra. Non gli rispondeva. Gianni non vuole muoversi di lì, convinto che sia il posto più sicuro anti-covid. L’ha rifornito di alimenti, bevande, un cellulare nuovo e la promessa di sentirsi ogni giorno. Anna sconsolata: «potevi dirmelo». Carlo si scusa: -«Ti saresti preoccupata inutilmente » e ci ringrazia. -«Quante cose ci insegna questo tempo, commenta Pier, ci insegna la relazione: tutto è interconnesso. Succede che desideriamo e riscopriamo fratellanza e sorellanza». Smirna ci parla del libro di Edgar Morin, sociologo, filosofo: «La fraternità perché?» (RM 2020). Evidenzia la necessità che nella triade «libertà, uguaglianza, fraternità» sia la fraternità a prevalere. Morin propone sulla fraternità uno sguardo sociale, biologico, antropologico, filosofico e, come scrive nella prefazione don Luigi Ciotti: «di conseguenza politico, perché è il vuoto di fraternità a determinare l’individualismo sfrenato che tanti danni ha prodotto e continua a produrre…». Amore per la terra perché per Morin la «comunità di destino terrestre» degli umani ha bisogno di «sentimento profondo di una maternità comune» che nutre la fraternità. Nella «rete» della vita l’armonia è connessione di forze diverse, ma è un equilibrio precario, instabile, in continua evoluzione. E non è l’evoluzione biologica, secondo Darwin, fondata sulla selezione naturale con il predominio dei più forti e aggressivi. Il filosofo Peter Kropoktin riflette come le specie più adatte, a volte, non sono le aggressive, ma le solidali. Gli studi di Ecologia mostrano che gli ecosistemi non presentano solo predazioni e competizione, ma anche associazioni, cooperazioni, informazioni preziose per la vita (es: fiori e insetti bottinatori). Morin propone di cambiare via, verso un umanesimo «rigenerato» e di creare «oasi di fraternità». Come è accaduto stasera fra noi come un grande abbraccio, come risposta all’isolamento.