Il nostro attuale sistema economico/sociale/ambientale implica un ampio sfruttamento delle risorse disponibili. E deve essere ripensato in termini globali, con una popolazione che viaggia verso gli otto miliardi di individui. Organizzazioni internazionali, governi nazionali ed enti territoriali, associazioni imprenditoriali e della società civile si stanno mobilitando in tutto il mondo per salvare – tutti insieme – il nostro pianeta e cambiare un modello di sviluppo che, ormai, appare a tutti insostenibile.

Questo è il messaggio che i leader del mondo, nel settembre 2015, hanno lanciato sottoscrivendo l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, corredata di 17 obiettivi da realizzare. Per questo, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), che riunisce oltre 160 organizzazioni del mondo economico e sociale, ha deciso di organizzare il primo Festival dello sviluppo sostenibile, che si svolgerà dal 22 maggio al 7 giugno, nell’arco di diciassette giorni, diciassette come gli obiettivi individuati.

SARÀ UN GRANDE confronto sulle sfide del nostro tempo: povertà, lavoro, educazione, diseguaglianze, energia, infrastrutture, cooperazione internazionale e ambiente. Oltre duecento eventi (convegni, seminari, workshop, spettacoli) più di mille speaker coinvolti, duecento scuole, decine di università.

In conferenza stampa, il presidente dell’Asvis, Pierluigi Stefanini ha evidenziato che «una tale mobilitazione è il segnale di una straordinaria vitalità del nostro Paese e dell’interesse per tematiche da cui non dipende solo il nostro futuro, ma anche il presente, così pieno di incertezze, ma anche di opportunità. Il Festival sarà un’occasione di confronto e di condivisione di pratiche virtuose che possono cambiare il nostro modello di sviluppo e, quindi, le politiche, le strategie aziendali e i comportamenti individuali».

DURANTE LA PRESENTAZIONE è stata resa nota una ricerca sulle principali paure degli italiani  che coincidono con i temi al centro dell’agenda 2030: «Tra le paure generali, il 58% teme la distruzione dell’ambiente e della natura, il 55% l’inquinamento, mentre tra le insicurezze economiche, la paura di non avere o perdere la pensione (38%) e la perdita del lavoro, la disoccupazione (37%) risultano essere prioritarie».

Il portavoce Asvis, Enrico Giovannini, ha ricordato che «rispetto ai 17 obiettivi, l’Italia compare nella ’zona rossa’, cioè in una condizione critica, in ben sette – educazione, occupazione, disuguaglianze, consumo responsabile, lotta contro il cambiamento climatico, pace e giustizia, e partnership – e in quella ‘gialla’ nei rimanenti 10, mentre in nessun caso rientra in quella ‘verde’, cioè in linea con gli obiettivi. È proprio per questo che abbiamo deciso di organizzare il Festival, che ha lo scopo di diffondere la cultura della sostenibilità, renderla un tema di attualità e centrale nell’agenda politica, visto che l’Italia appare ancora indietro rispetto ai target da realizzare».

Tra gli eventi, ve ne sono tre di particolare rilievo. Il 22 maggio, a Napoli ci sarà «Italia 2030: che nessuno resti indietro!». L’iniziativa partenopea – che inaugurerà il Festival – sarà dedicata alla lotta alle disuguaglianze e si svolgerà presso il Teatrino di corte di Palazzo Reale. Il primo giugno, sarà invece la volta di Milano con «Aziende e finanza 2030: il motore dello sviluppo sostenibile». La manifestazione si terrà all’Unicredit Pavilion e sarà dedicata al contributo del settore privato al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030.

INFINE IL 7 GIUGNO, ci si sposterà a Roma per «Italia 2030: un Paese in via di sviluppo sostenibile». Nel corso dell’evento, che concluderà la kermesse – e si svolgerà presso l’aula dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati – l’Asvis consegnerà al governo e alle istituzioni i risultati del festival e dei 17 giorni di riflessione della società civile, alla presenza delle più alte cariche dello Stato.