Ore di fibrillazione in casa Fca. Ieri si è svolta al Lingotto la prima riunione del Gec, l’organismo decisionale del gruppo, sotto la guida del nuovo amministratore delegato Mike Manley, che ha sostituito Sergio Marchionne. All’ordine del giorno, al tavolo dei top manager, le linee strategiche per ogni brand e per ogni regione in cui la casa automobilistica è presente.
Responsabile dell’area europea era fino a poche ore fa Alfredo Altavilla. I postumi della sua, non indolore, uscita dal gruppo non sono ancora metabolizzati, nonostante l’azienda l’abbia liquidato con un grazie «per il contributo prestato». Lo scossone è stato evidente e rumoroso, a testimonianza di uno scontro avvenuto ai vertici. Altavilla era considerato uno dei papabili eredi di Marchionne; John Elkann ha invece preferito un manager di scuola anglosassone con esperienza in Nord America, dove il gruppo fa la maggior parte degli utili. Le quotazioni di Altavilla sono state così superate da Richard Palmer, attuale cfo (direttore finanziario) e, appunto, da Manley, ex capo di Jeep. Alla fine ha deciso di sbattere la porta e andarsene dal gruppo a cui era legato da oltre vent’anni.

Oggi, dopo il Gec, verranno resi noti i conti del secondo trimestre 2018 ed è atteso l’annuncio dell’azzeramento del debito industriale, come anticipato da Marchionne il primo giugno, durante l’investor day a Balocco. Per quanto riguarda il settore auto, nella prima metà del 2018 le vendite del gruppo hanno subito un rallentamento: a giugno il calo è stato di oltre il 19% in Italia e del 2,6% in Europa, con il boom di immatricolazioni di Jeep e il buon risultato di Alfa Romeo. Ieri, non era all’ordine del giorno lo spin off di Magneti Marelli, comunque previsto nei prossimi mesi.

I titoli del gruppo Fca hanno recuperato terreno dopo il forte ribasso di lunedì, in seguito all’improvviso e drammatico cambio ai vertici aziendali. Un’iniezione di ottimismo alla vigilia della prima uscita pubblica di Manley, che governa a interim anche le attività europee. Alle ore 14 l’ad interverrà, infatti, alla «conference call» sui conti trimestrali con gli analisti. Fca è risalita in Borsa del 2,39%. Bene Cnh (+3,78%), mentre meno bene sono andati Exor (+1,53%) e soprattutto Ferrari (+0,39%), che resta debole anche a Wall Street. Dopo il Gec, con tutti i top manager schierati al Lingotto, il cda di Fca si riunirà a Londra, la sede fiscale (quella legale è ad Amsterdam), per approvare i conti del primo semestre dell’anno. Attesa anche per la conferma dei target.

Sullo stato di salute di Sergio Marchionne emergono poche indiscrezioni. Le condizioni del manager, giudicate irreversibili, vengono definite «gravi ma stabili». La causa più probabile è un tumore alla parte apicale del polmone. A differenza di altri ricoveri più o meno eccellenti non esistono bollettini medici. I media si sono interrogati sul perché di tanta riservatezza. Il Sole 24 ore ha ricordato come l’Italia abbia adottato una normativa che disciplina il «market abuse», cioè gli abusi di mercato. Il regolamento permette a una azienda di ritardare le notizie che potrebbero spingere qualcuno a manovre speculative. Secondo il Washington Post l’annuncio di Fca sullo stato di salute riflette «il dilemma dei consigli di amministrazione che si trovano a dover trovare un equilibrio fra la privacy del loro amministratore delegato, la necessità di offrire informazioni agli azionisti e il crescente slancio verso la trasparenza sulla salute dei manager di alto profilo». Per Jason Schloetzer, professore della Georgetown University che studia la successione degli amministratori delegati, «il fatto che si parli di complicazioni dopo l’operazione suggerisce che agli investitori sono date più informazioni di quelle che avrebbero avuto in passato». La verità si nasconde sotto una montagna di interrogativi. Una cosa è certa, il futuro di Fca resta, per ora, avvolto nella nebbia.