«158 assemblee in tutta Italia», «oltre 42mila persone» per eleggere i delegati che il 3 dicembre saranno a Roma al Pala Atlantico per la «grande assemblea popolare» – aggettivo nella convocazione – che lancerà la lista unitaria di Mdp-Si-Possibile. Se le comunicazioni ufficiali sugli incontri dello scorso week end non vanno oltre, per ora, è perché – spiegano gli organizzatori – alcune assemblee si svolgono in queste e nelle prossime ore, come a Bologna, Messina e Ragusa. E perché altre a ieri sera non avevano prodotto ancora risultati, come a Salerno e Avellino, causa discussioni molto ’vivaci’.

«LA PARTECIPAZIONE è andata oltre le migliori aspettative, con quasi 700 persone a Roma, 500 a Napoli, 450 a Torino, 500 a Milano e a Palermo, 300 a Bari», assicura comunque Peppe De Cristofaro, responsabile organizzazione di Si. Da Mdp stessi toni soddisfatti. Circolano anche numeri meno smaglianti. Ma fra iscritti ai tre partiti e militanti ’senza tessera’ è difficile verificarli.

ALLA FINE VERRANNO ELETTI 1500 delegati all’assemblea del 3 dicembre, cui andranno aggiunti i 50 dall’estero e i membri di diritto: consiglieri regionali, senatori e deputati. E anche in quest’ultimo caso i numeri sono incerti: alla camera si aspetta il voto sulla manovra per verificare in quanti del gruppo Mdp aderiranno alle posizioni di Pisapia, che in queste ore si avvicina a grandi passi all’accordo con il Pd.

NON TUTTO HA FUNZIONATO in questo week end. Ma in questo caso le notizie sono un collage di email al manifesto e post sui social. Da Firenze, Ancona, Cosenza e Chieti arrivano defezioni – più o meno limitate nei numeri – a Si. Polemiche, assenze, in qualche caso tessere stracciate dovute per lo più alla rottura con i civici del Brancaccio. La presidente di Si Laura Lauri assicura che nelle assemblee del week end c’è stato «lo spirito del Brancaccio», ma nei fatti fin qui non si vedono possibili riconciliazioni con i civici. È Sinistra italiana, all’inizio interna al percorso Brancaccio, a subire il contraccolpo. Nel capoluogo fiorentino tutti e tre i consiglieri comunali si sono autosospesi, seguiti da un gruppo di dirigenti locali fra i quali un consigliere regionale. Anche più esteso il dissenso nel gruppo dirigente marchigiano. Ma da Firenze i coordinatori di Si, Mdp e Possibile non sembrano preccupati. Anzi in un comunicato unitario parlano di «una buona partenza che ci fa guardare con ottimismo ai prossimi appuntamenti. È andata molto bene». Da qui saranno inviati a Roma ben 93 delegati. A Palermo invece sono i portavoce del movimento di Civati a dimettersi.

I NUMERI DEI DELEGATI sono stati attribuiti alle assemblee provinciali sulla base del numero degli abitanti. Alla fine la proporzione dei delegati sarebbe, secondo stime informali, il 50 per cento a Mdp, il 35 a Si e il 15 a Possibile. Innegabile invece un problema di età media dei partecipanti alle assemblee: i giovani sono in netta minoranza. «Le assemblee debbono essere solo punto di partenza. Dal 3 dicembre in avanti si dovranno allargare», è l’auspicio di Pippo Civati.

Dalla sede di Mdp invece viene sottolineato che nel corso dei dibattiti del week end «è emersa con forza la richiesta al presidente del Senato Piero Grasso di essere protagonista nel percorso che si avvierà il 3 dicembre».

IL PRESIDENTE DEL SENATO ci sarà, anche se ancora non lo ha annunciato ufficialmente. Ieri in giornata si è diffusa la voce che un dispettuccio politico di marca Pd mirava a rallentare i tempi dell’approvazione della manovra al senato fin oltre il week end prossimo con l’obiettivo di rovinare la festa alla lista unitaria costringendo Grasso a rimandare il lancio della sua corsa a candidato «capo della forza politica» (per questioni di opportunità autoinflitte, non certo per incompatibilità formali). Ma la posta è troppo alta e dal ministero dell’Economia è arrivata la smentita informale: al senato la manovra sarà approvata con la fiducia entro giovedì. Al massimo venerdì.

A ROMA IL 3 DICEMBRE mancheranno comunque all’appello alcune personalità che lo stesso Grasso aveva tenuto ad invitare. Come Sandra Bonsanti, tra le fondatrici di Libertà e Giustizia, che in un post su facebook ringrazia il presidente spiegando di preferire «assecondare il sogno, una utopia, di una politica assolutamente nuova, che impedisca il ripetersi di errori del passato in vista di quella società indicata dalla Costituzione. Piuttosto che lo sforzo sia pur generoso di tenere insieme cose già sperimentate». Lei andrà a un seminario fiorentino sulla Costituzione, una specie di festa di compleanno della vittoria del referendum. Dove sono annunciati anche Landini, Zagrebelsky, Azzariti e Montanari, uno degli ispiratori delle assemblee del Brancaccio.