Mentre in Egitto le solite fonti anonime di polizia tentano di costruire, attraverso il quotidiano filogovernativo «Al Masri Al Youm», l’ennesimo depistaggio sull’omicidio di Giulio Regeni, senza alcuna reazione da parte del governo italiano, si intensifica la mobilitazione della società civile per chiedere «verità e giustizia per Giulio».

La Cild e Antigone hanno indetto per giovedì 25 febbraio a Roma un sit-in davanti l’ambasciata egiziana (ore 14, ingresso villa Ada, via Salaria) al quale parteciperanno Erri De Luca e Lorenzo Terranera, oltre all’Arci e ad Amnesty Italia che ha lanciato una campagna per incalzare il governo italiano a non accettare verità di comodo dal regime di Al-Sisi.

Ed è proprio dal ministero degli Interni egiziano che arrivano le «rivelazioni» pubblicate da «Al Youm» secondo il quale Regeni aveva relazioni «con un gran numero di persone» e la sua vita «era piena di ambiguità». Nessuna prova, nessun elemento serio. Solo «voci» che dicono l’opposto di quanto raccolto dagli investigatori italiani.

La sorella di Giulio, Irene, lancia un appello: «Appendete striscioni, condividete le foto, per mio fratello, per Giulio Regeni, per il mondo intero».